Tassi di natalità in calo. Collasso della popolazione. Invecchiamento delle popolazioni. Queste sono le parole d’ordine politiche ed economiche che circondano questo problema e, sebbene i discorsi politici pesanti e la critica alle scelte individuali possano sembrare molto diversi, sono sempre più coincidenti. Il pronatalismo si presenta in molte forme e molte dovrebbero darci motivo di preoccupazione. Gli ultimi mesi hanno visto il movimento pronatalista acquisire slancio nel Regno Unito. La realtà, tuttavia, è che questa narrativa pronatale, se lasciata incontrollata, ha il potenziale per metterci sulla strada verso la stigmatizzazione delle donne per le loro scelte o addirittura la limitazione dei loro diritti sessuali e riproduttivi.
Questo sta accadendo in tutto il mondo. La retorica pronatalista è pericolosa ed è spesso intrisa di nazionalismo e pregiudizio. Viktor Orban, il primo ministro ungherese, incoraggia attivamente la popolazione bianca, cristiana ed eterosessuale a riprodursi. Lo fa attraverso esenzioni fiscali per le famiglie con più di quattro figli, creando barriere all’aborto, disprezzando l’istruzione e l’uguaglianza economica per le donne, e tutto mentre cerca di cancellare le identità LGBT+, demonizzando l’immigrazione. La Polonia ha avuto un accesso fortemente limitato agli aborti e ai contraccettivi, una mossa collegata da alcuni ai suoi problemi demografici. In Turchia, il presidente Recep Tayyip Erdogan ha affermato che la carriera di sua moglie “è dare alla luce figli”.
Secondo il Global Carbon Atlas, la persona media nel Regno Unito emette ogni anno quasi quattro volte la quantità di carbonio rispetto al cittadino indiano medio e oltre 12 volte quella del nigeriano medio. Dato che il Regno Unito è anche uno dei paesi più poveri di natura al mondo, un tasso di natalità in calo qui dovrebbe essere celebrato, a beneficio sia della natura che della nostra salute e del nostro benessere. Le false affermazioni sul “collasso” della popolazione sono negate dal fatto che ogni anno continuiamo si aggiungono 80 milioni di persone alla popolazione mondiale e che le Nazioni Unite prevedono una crescita fino al 2086.
Un altro principio centrale della tesi avanzata dai pronatalisti ruota attorno all’invecchiamento della popolazione e alle economie vacillanti: chi pagherà per noi man mano che invecchiamo? Ma dove immaginano che finirà questo schema piramidale degli esseri umani? Le generazioni più giovani a loro volta invecchieranno e avranno bisogno dello stesso sostegno, e così via. L’invecchiamento della popolazione comporta indubbie sfide, ma le risposte devono essere trovate in politiche positive e creative che attribuiscono un valore molto maggiore alle generazioni più anziane. La retorica pronatalista serve solo a ostacolare il dibattito sostanziale e adulto sulla crescita della popolazione.
(Sintesi redatta da: Anna Costalunga)