Il concetto di unità di valutazione geriatrica (VMG) nasce dall' approccio multidimensionale alle cure, nato nella prima metà del secolo scorso in Inghilterra e ripreso poi negli U.S.A.. E' presente per la prima volta in Italia nel “Progetto Obiettivo Tutela della Salute degli Anziani” – POSA (Ministero Sanità, 1992) e, successivamente, è stata inserita (dal 1994 al 2000) nei Piani Sanitari Nazionali.
Nel POSA veniva proposta l’UVG come una nuova metodologia di lavoro, identificata come un’equipe esperta multiprofessionale, garante dell’integrazione sociale e sanitaria e della valutazione multidimensionale, finalizzata alla stesura di un progetto assistenziale personalizzato per la persona anziana, il cosiddetto Piano Assistenziale individuale (PAI). Mancando nel POSA indicazioni univoche sulla sua composizione, la UVG si è diffusa e costituita in modo difforme e non omogeneo in Italia.
Una recente revisione di studi precedenti (Cochrane- Ellis, 2017) ha dimostrato che le persone anziane che ricevono una VMG, piuttosto che cure mediche di routine dopo il ricovero in ospedale, hanno maggiori probabilità di vivere a casa e hanno meno probabilità di essere istituzionalizzate fino a un anno dopo il ricovero in ospedale. Tale revisione è l’ennesima conferma dell’importanza della VMG in geriatria (Bernabei, 1998). Le società di Geriatria e Gerontologia italiane hanno quindi proposto che la VMG sia inserita tra i Livelli Essenziali di Assistenza(LEA).
In Veneto, Emilia- Romagna,Puglia e Sicilia, la UVG prevede la presenza almeno del Medico di Medicina Generale (MMG) e dell’Assistente Sociale e, in più di qualche caso, del Geriatra il quale, alcune volte, ha anche mansioni di delegato di responsabile del distretto. Inoltre, sono previste le presenze degli infermieri professionali e di altri specialisti (ad esempio gli psichiatri). In altre regioni, invece, la UVG non prevede la presenza dell’assistente sociale, inficiandola finalità dell’integrazione tra parte sociale e sanitaria. Infine, esistono regioni dove l’UVG non è più prevista o è chiamata a svolgere azioni solo settoriali, depauperandone ulteriormente il suo significato ed il suo valore.
Negli ultimi cinque anni c'è stato un notevole aumento delle richieste di valutazione per inserimento nei servizi residenziali e semi-residenziali, verosimilmente in relazione all’aumento demografico degli anziani. Ciò, per quanto ci riguarda, ha portato al rischio di una eccessiva burocratizzazione del lavoro della UVMD stessa. Un altro problema di notevole importanza è la crescente domanda di istituzionalizzazione per le persone affette da demenza con importanti disturbi del comportamento.
Inoltre, gli anziani valutati appartengono sempre più spesso ad una coppia nella quale entrambi sono molto anziani, pluripatologici, e, talora, ambedue non autosufficienti. In questi casi i figli vivono con grande difficoltà un carico assistenziale raddoppiato e non è raro che chiedano per entrambe i genitori la valutazione per ingresso urgente in struttura residenziale.
(Sintesi redatta da: Carrino Antonella)