Iscrizione newsletter Chiudi

Registrati alla Newsletter, per essere sempre aggiornato.

* Campo obbligatorio

Indirizzo Email

*

Nome

Cognome

Tipologia Utente:

*
*
Carta d'Identità Centro Studi 50&Più Chiudi

Magatti Mauro

Un patto tra generazioni per guardare al futuro

Il Corriere della Sera, 12-03-2021, p.26

Mario Draghi nel suo discorso di insediamento si è richiamato allo spirito di ricostruzione post bellica per affrontare i difficili passaggi che ci aspettano. Ma ci sono delle grosse differenze, tre delle quali molto utili per comprendere lo stato attuale.

Si parla infatti di ricostruzione, ma non ci sono macerie. Ci sono morti, crisi economica ma non c'è la materialità della distruzione che segue ad un conflitto bellico. Inoltre nel dopoguerra era semplice individuare i punti da mettere in agenda: permettere l’accesso al benessere materiale a quella ampia parte di popolazione che lo doveva ancora conquistare. Oggi invece c'è un problema di sostenibilità (economica, ambientale, sociale) che comporta un cambiamento nei nostri modi di produrre e consumare. Va quindi ripensata l'economia, con una nuova visione del futuro, cogliendo l'occasione che ci viene prospettata. Ricostruire senza macerie vuol dire definire meglio il senso di quello che vogliamo fare, in un nuovo assetto dove sostenibilità e digitalizzazione diventano i cardini di un nuovo modello di sviluppo.

Seconda differenza fondamentale è che alla fine della Seconda guerra mondiale era crollato il sistema di potere economico e politico che ruotava intorno al fascismo. Quindi arrivò una nuova classe dirigente, per lo più giovane, che era simbolo di un mondo nuovo, e questo fatto portava ad un senso si fiducia nel Paese che le cose potevano effettivamente cambiare. In questo momento invece c'è una forte continuità dei sistemi sia politici che economici, cosa che mina il senso di fiducia verso un reale cambiamento.

Infine una grande differenza è nell'energia psichica e biologica: nel dopoguerra in Italia c'è stato un boom demografico ed era un'Italia giovane, mentre oggi è un paese di anziani ed ha sulle spalle il grosso fardello del debito pubblico. Per queste ragioni è fondamentale individuare le forze che possono spingere e sostenere una trasformazione, soprattutto guardando alle disuguaglianze presenti in Italia. Bisogna spingere perché le persone credano din un domani migliore nel futuro.

C'è bisogno di un patto tra le generazioni: gli anziani — numericamente maggioritarie, che senza rilancio rischiano di vedere drammaticamente calare i propri benefici — i giovani, che rischiano di passare la vita in panchina. Per far ciò si deve ricreare un ecosistema favorevole all’iniziativa personale e alla possibilità di costruire una famiglia, solo così si può pensare di poter guardare con fiducia all’avvenire.

(Sintesi redatta da: Balloni Flavia)

TORNA ALLA PAGINA PRECEDENTE     AGGIUNGI AI PREFERITI     I MIEI PREFERITI
Autore (Cognome Nome)Magatti Mauro
Casa Editrice, città
Collana
Anno Pubblicazione2021
Pagine26
LinguaItaliano
OriginaleSi
Data dell'articolo2021-03-12
Numero
Fonte
Approfondimenti Online
FonteIl Corriere della Sera
Subtitolo in stampaIl Corriere della Sera, 12-03-2021, p.26
Fonte da stampare(Sintesi redatta da: Balloni Flavia)
Volume
Approfondimenti
Magatti Mauro
Attori
Parole chiave: Cittadinanza, partecipazione Rapporti intergenerazionali