Palazzo Guidi Raggio è una struttura residenziale per anziani al centro di Firenze. 

Per l’Oms i suoi ospiti sono i soggetti  più a rischio di contrarre il Coronavirus. Invece loro si preoccupano, non per se stessi, ma per chi è là fuori. Pensano ai loro cari. «Ho chiesto a mia figlia di non venire, ma è solo una semplice precauzione. Non ho paura di nulla, mi creda», dice Gabriella, fiorentina di 76 anni. 

Quando le si chiede dei suoi timori risponde: «Non potrà mai essere peggio di quello che abbiamo passato noi». Nessuna sfida nel suo tono, ma una dolcezza che  lascia stupiti e che ricorda ad ogni interlocutore che la generazione di questi anziani è di un’altra stoffa. Di gente temprata dalla Seconda guerra mondiale, di quando «mio babbo comunista non lavorava perché non prendeva la tessera del Fascio e i soldi arrivavano soltanto da mia mamma che era una ricamatrice bravissima, una delle migliori di Firenze. E quei soldi servivano per mangiare, non per fare altro». 

Del Covid-19 si parla ma all'interno degli altri discorsi. Non è una ossessione. Da qua, davvero, tutto sembra assumere la giusta proporzione, sembra di vedere le cose per come realmente sono. In questo Palazzo c'è una saggezza che è più forte di tutte le psicosi imperanti nella società. Dagli occhi di queste anziane si capisce che ciò che conta è altro.  

I loro racconti inquadrano qualsiasi problema. Mettono nella giusta luce ogni cosa, anche la più temibile. «Ma che vuole che sia il coronavirus? Basta fare attenzione, non serve altro», dice convinta un’anziana che si sta preparando per andare a recitare il rosario. Conclude Gabbriella: «Non si lasci impressionare da nulla. Mi raccomando. E poi legga. Legga sempre tanti libri: è l’ignoranza il vero male».