Far fronte all'invecchiamento della popolazione significa ripensare al modo di riorganizzare l’intera società. Questo è un problema politico urgente nel Regno Unito, ma in realtà lo è per l'intero mondo sviluppato. Il Regno Unito è in una posizione leggermente migliore rispetto alla maggior parte dell'Europa e certamente del Giappone, poiché si prevede che la popolazione continuerà a crescere fino alla metà del secolo. Ma quasi ovunque la fertilità è al di sotto del livello 2,1 necessario per mantenere le popolazioni. Nel 2019 il tasso di fertilità totale in Inghilterra e Galles è stato di 1,65 figli per donna, inferiore a tutti gli anni precedenti ad eccezione del 2000, 2001 e 2002.

Il Paese con la più lunga esperienza nell'affrontare l'invecchiamento della popolazione è il Giappone, con la sua combinazione di un'aspettativa di vita molto lunga di poco meno di 85 anni e un tasso di fertilità molto basso di 1,36 relativo allo scorso anno. Il risultato è che mentre il Paese rimane prospero e i suoi anziani evidentemente sono ben curati, molte case sono lasciate vuote. Nel 2018 si è giunti al numero record del 13,6% di tutte le proprietà in Giappone, registrato come "akaya", case abbandonate senza eredi o inquilini ad abitarle, e il Paese ha smesso di crescere in termini economici. Il Pil giapponese lo scorso anno è stato inferiore rispetto al 1995. La crescita non è tutto ovviamente. Ma certamente conta se non ci sono fondi sufficienti per prendersi cura degli anziani, e c'è un ragionevole risentimento tra tutti coloro che sono in età lavorativa, poiché una parte sempre più alta del loro salario è destinato all’assistenza delle persone che sono andate in pensione molto tempo fa. Un aspetto che viene visto come "una tassa sui giovani".

Ci sono davvero solo tre modi in cui le nostre società possono adattarsi. Uno è che le persone in età lavorativa paghino più tasse. Un secondo è incoraggiare (o costringere) le persone a risparmiare di più per la loro vecchiaia. E il terzo è aumentare i tassi di partecipazione al lavoro, in particolare facendo sì che le persone anziane lavorino più a lungo. Tutti e tre sono necessari. Il problema del concetto di assicurazione nazionale è che l'idea alla base – che ogni generazione di lavoratori dovrebbe pagare le pensioni della generazione precedente – ha funzionato bene quando c'erano tre o più persone in età lavorativa per ogni pensionato. Dalla metà degli Anni '70 fino ai primi Anni 2000 c'erano 3,3 lavoratori per pensionato. Ma si prevede che questa percentuale scenderà al di sotto di tre entro il 2050 e le persone stanno arrivando a rendersi conto che questa non è affatto un'assicurazione. I contributi previdenziali sono una tassa, come le altre.

Le persone dovrebbero risparmiare di più? Ebbene sì, e la combinazione di spinte – come l'iscrizione automatica alle pensioni e gli incentivi fiscali – per farlo stanno in una certa misura innalzando verso l'alto il tasso di risparmio. Ma questo provoca risentimento. È certamente vero che i lavoratori più anziani si risentono di dover aspettare più a lungo per le loro pensioni statali, ma - realisticamente - se le persone vivono più a lungo devono lavorare di più. Tuttavia, non esiste una soluzione rapida. Incoraggiare le persone a lavorare oltre l'età pensionabile va bene per alcune professioni. Andrebbe bene per i giornalisti, ma non funzionerebbe per i piloti di linea. Quindi quello che devono fare le nostre società è: pagare un poco più di tasse, risparmiare un po' di più, lavorare un po' più a lungo. Poi i numeri inizieranno a tornare.