Taty Almeida sta per compiere 90 anni, ma continua ad avere un solo desiderio, avere un posto dove andare a pregare per suo figlio Alejandro, uno dei migliaia di desaparecidos argentini.
Taty è uno dei simboli delle Madres di Plaza de Mayo, le mamme dei desaparecidos.
Ogni giovedì, dal 1977, sfilano nella piazza di fronte alla Casa Rosada, il palazzo presidenziale. Hanno interrotto solo per la pandemia. I loro figli sono studenti, sindacalisti, professori e militanti torturati, uccisi e fatti sparire. Alcuni corpi, di quelli gettati vivi nell'Atlantico, durante i «voli della morte», sono stati pietosamente restituiti dalle acque, altri ritrovati nelle fosse comuni.
Giovani, giovanissimi, erano la «minaccia comunista» combattuta dai militari saliti con il golpe del 24 marzo 1976. Venne cancellata un'intera generazione.
Il figlio di Taty è scomparso il 17 giugno del '75, mentre era al potere il governo costituzionale di Isabela Peron. Come spiega Taty «È la prova che il terrorismo di Stato è iniziato prima del golpe del 1976». Lei veniva da una famiglia di militari, e quando salirono al potere un anno dopo lei si illudeva che gli amici di suo padre le avrebbero restituito Alejandro.
Era di mentalità conservatrice Taty ma poi, come molte madri ripete: «È stato mio figlio a partorire me» e spiega di aver vissuto due vite, una in una bolla ovattata e l'altra con gli occhi dolorosamente aperti, insieme con le Madres di Plaza de Mayo, sua seconda famiglia.
Una famiglia in cui tutte vivono una tragedia simile alla sua.
Dopo i primi tempi, in cui le loro marce sotto il palazzo governativo, con le foto dei figli desaparecidos appese al collo e gli striscioni contro la dittatura, attiravano gli insulti dei soldati, non si sono mai fermate. Nonostante sono sparite anche alcune madri e suore che le appoggiavano.Taty partecipa a tutte le marce e alle udienze in tribunale, anche in carrozzina.
Sa che ci sono altri che prenderanno il suo posto quando lascerà. Ha un rapporto splendido con l'Italia perché, spiega, i magistrati italiani hanno processato i responsabili della dittatura argentina quando a Buenos Aires la legge di amnistia garantiva loro l'immunità.
Il suo segreto per essere arrivata lucida e combattiva a 90 anni è di non essersi lasciata consumare da odio e dolore, ma di aver trasformato la rabbia in lotta. Le sue speranze e quelle delle altri madri sono affidate agli antropologi forensi stanno cercando di identificare i resti di figli e nipoti desaparecidos.
(Sintesi redatta da: Balloni Flavia)