Sono molti i morti italiani dovuti al coronavisus, circa il 30% di quelli globali, e epidemiologi e statistici hanno cercato di dare una risposta a numeri così elevati da una parte esponendo l'ipotesi, molto probabile, che i malati effettivi siano almeno il doppio di quelli registrati ufficialmente e dall'altra sottolineando che i decessi riguardano soprattutto persone molto anziane afflitte da varie altre patologie.
Infatti l'età media dei morti è sugli 80 anni, mentre tra i casi confermati è di più di 60 anni. Uno dei motivi della nostra alta casistica sta anche nel modo di catalogare i morti, in Italia sono contatti tutti coloro che sono stati trovati positivi (e quindi non per forza il coronavirus è la causa primaria) mentre ad esempio in Germania sono contati solo i decessi il cui collegamento con il Covid-19 è certo.
Un altro fattore però potrebbe essere legato alla nostra organizzazione sociale, dove gli anziani vivono più a contatto con tutto il resto della popolazione. Dai dati Eurostat risulta che in Italia il 17,4% degli anziani vive in coppia con altre persone mentre in Germania la percentuale è più bassa del 3%. Più simile all'italiana è la situazione spagnola, che infatti sta avendo un percorso di alta mortalità apparente. Non è solo la convivenza in senso stretto, ma l'organizzazione sociale che prevede generazioni diverse che abitano nello stesso palazzo o quartiere, con rapporti di maggiore frequentazione tra genitori anziani e figli.
Forme di modello culturale che sono ora messe a dura prova e che potrebbero esserlo anche nel medio periodo a causa delle possibili forme di isolamento o di limitazione della mobilità per le persone anziane.
(Sintesi redatta da: Balloni Flavia)