Spazi vuoti, desiderio di normalità, silenzio intervallato da piccole gioie. Il fotografo fiorentino racconta, in una selezione di emozionanti scatti in bianco e nero, la quotidianità all'interno delle residenze per anziani, con la speranza di aiutare il personale sanitario "a notare quelle sofferenze che, a causa dell'abitudine e dei turni stressanti, rischiano di rimanere sommerse".
Il titolo del progetto è “La vita prima”. Gli scatti sono del periodo 2015-2017, eppure è attualissimo pubblicarli oggi. Oggi che, dopo mesi di emergenza Coronavirus, ci siamo abituati a pensare agli anziani come alla fascia di popolazione più fragile, più spesso costretta all’isolamento in ospedale. Quella fascia che nei mesi più duri abbiamo visto allontanarsi, spesso senza neppure poter salutare.
“La vita prima' era nato per porre l’accento sui limiti delle possibilità infermieristiche in relazione ai bisogni di chi è ospite di una RSA”, racconta il fotografo: “Ho scattato la prima immagine solo dopo aver capito in che modo il mio lavoro avrebbe potuto essere utile al personale sanitario, su cosa serviva porre l’accento. Dopodiché ho cominciato a setacciare atteggiamenti, gesti. Silenzi. Ne è nata un’esperienza che ha cambiato letteralmente la mia vita”
(Fonte: tratto dall'articolo)