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Società in cerca di idee nuove per il «secolo della vecchiaia»

Avvenire, 30-08-2022

Il XXI secolo è considerato dagli studiosi il secolo della vecchiaia.  Nel cuore del Novecento, mentre il mondo era attraversato da un’atmosfera nuova di cambiamento, gli anziani aumentavano di numero: senza far rumore, ma senza sosta. Non si imponevano come i giovani. Ed è stato facile ignorarli: anzi, era quasi un obbligo. Si consumava nell’indifferenza: nella convinzione comune, la vecchiaia restava una disgrazia; e i vecchi scarti da mettere da parte. 

Tuttavia, in soli cento anni (dal 1900 al 2000) gli abitanti dei Paesi occidentali hanno guadagnato trent’anni di speranza di vita in più alla nascita: tre mesi in più ogni anno, un anno ogni quattro. La crescita del numero degli anziani non è perciò un declino: è una grande conquista. Entro il 2050 gli anziani arriveranno a due miliardi, il 22% della popolazione mondiale. In Italia è già così: oggi gli italiani sopra i sessantacinque anni sono il 22% della popolazione (nel 1960 erano il 9%; nel decennio successivo raggiunsero l’11%; nel 1980 il 13%, il 16% nel 2000 e nel 2016 il 22%, ossia 13,4 milioni). 

Spesso però si vedono anziani quasi penalizzati per vivere troppo a lungo e considerati un peso soprattutto per la spesa sanitaria o pensionistica. 
È urgente una riflessione nuova, una politica meno distratta, una spiritualità più attenta per questo «nuovo popolo» di anziani che è apparso sul pianeta. Oggi il volto della vecchiaia è molto cambiato: è quello di una massa di persone che continua a vivere in una società diventata ben più complessa e conflittuale. Non si tratta solamente di «invecchiare bene» ma di fare di questo lungo tempo una opportunità perché tutti possano crescere in una prospettiva solidale, fraterna, amicale. 

Va elaborata una cultura che faccia spazio a quel che di positivo, di profondo, di bello, di benefico esiste in ogni età. E quindi anche nella vecchiaia che – per la prima volta nella storia – è diventata di massa. L’intera società trarrà giovamento da questa prospettiva: uno scenario di maggiore coesione sociale e generazionale. 
Nella cultura africana una lunga vita è ritenuta sinonimo di saggezza, una benedizione per tutti. Da noi si sta consolidando l’idea opposta che possa diventare un «naufragio». C’è bisogno di uno scatto morale per vedere nella terza età una riserva di ossigeno spirituale.

(Sintesi redatta da: Linda Russo)

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Autore (Cognome Nome)Paglia Vincenzo
Casa Editrice, città
Collana
Anno Pubblicazione2022
Pagine
LinguaItaliano
OriginaleSi
Data dell'articolo2022-08-30
Numero
Fonte
Approfondimenti Online
FonteAvvenire
Subtitolo in stampaAvvenire, 30-08-2022
Fonte da stampare(Sintesi redatta da: Linda Russo)
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Approfondimenti
Paglia Vincenzo
Attori
Parole chiave: Analisi demografica Atteggiamento verso invecchiamento Psicologia dell'invecchiamento Religione