La terza edizione del Rapporto “Salute e Territorio indaga i servizi socio-sanitari dei Comuni italiani”, elaborato da Ifel Fondazione Anci e Federsanità, indaga il rapporto tra salute, sanità e territorio a oltre metà percorso dell’attuazione del PNRR, con riferimenti specifici sullo stato di avanzamento dei progetti della Missione 5 “Inclusione e coesione” e della Missione 6 “Salute”.
Secondo i recenti dati Istat pubblicati a maggio 2024, la spesa dei Comuni per i servizi sociali continua ad aumentare nel 2021 per proseguire a fronteggiare i nuovi bisogni assistenziali derivanti dall’emergenza sanitaria esplosa con il Covid-19 e della conseguente crisi economica e sociale.
Di fatto i Comuni sono responsabili degli interventi e dell’offerta di servizi socio-assistenziali destinati ai propri cittadini e nel 2021 la loro spesa per tale funzione raggiunge gli 8,38 miliardi di euro, pari allo 0,46% del PIL, il 6,7% in più rispetto al 2020. In confronto con il 2013, quando la spesa complessiva era pari a 6,86 miliardi di euro, il dato ha subito una variazione positiva pari al 22%.
Restano strutturate le disuguaglianze territoriali: il Nord sempre al di sopra del resto del Paese, un Centro che insegue ed un mezzogiorno perennemente in affanno, con valori mai superiori agli 80 euro pro capite, ad eccezione dell’ultimo biennio.
In particolare, scendendo a livello regionale, si riscontrano dati eterogenei rispetto alla spesa dei Comuni per i servizi sociali: dai 37 euro pro capite della Calabria ai 429 euro per abitante del Trentino-Alto Adige.
In generale tutte le regioni del Mezzogiorno si trovano a fondo classifica con dati medi inferiori ai 100 euro pro capite di spesa dei comuni per servizi sociali; l’unica eccezione è rappresentata dalla Sardegna che, con 279 euro di uscite per cittadino, è terza a livello nazionale.
(Sintesi redatta da: Anna Costalunga)