Anche in Italia, come in altri paesi europei (Spagna e Gran Bretagna in testa) si stanno riaccendendo i focolai nelle Rsa. Gli ospiti di queste strutture e gli operatori furono tra i primi ad essere vaccinati, ad inizio del 2021, e l'emergenza sembrava superata ma le Regioni stanno già lanciando l’allarme. Da segnalare che, mentre lo stesso numero di positivi tra gli anziani, a inizio pandemia, avrebbe causato una strage, oggi il quadro è molto differente. Il professor Roberto Bernabei ex componente del Cts, è medico personale di Papa Francesco, osserva che un graduale decadimento dell'immunità dopo un certo periodo, nei soggetti più fragili come gli ospiti delle Rsa, è plausibile. Per questo appare di buon senso somministrare la terza dose a queste persone.
Detto ciò, bisogna valutare con attenzione i dati sul numero di infezioni, ma non si può sottovalutare il fatto che i vaccini stanno comunque proteggendo dalle conseguenze più gravi. In questo tipo di strutture c'è un problema aggiuntivo: la percentuale di operatori no-vax non è bassa e questo causa problemi, perché in caso di sospensione è complicato garantire l'assistenza degli ospiti. Nelle varie Rsa dove si sono sviluppati i focolai, inoltre, non tutti gli ospiti erano vaccinati e questo è un elemento che complica ulteriormente l'analisi della situazione.
Nelle ultime settimane sono stati almeno dieci le residenze per anziani in cui è tornato a circolare con forza il virus. In Calabria, in una Rsa a Longobardi, in provincia di Cosenza, è stato segnalato il focolaio più grave: inizialmente erano 49 i contagiati (13 operatori e 36 ospiti), nelle ultime ore se ne è aggiunto un altro, per un totale di 50 positivi. Nonostante l'età dei contagiati (tra i 75 e i 90 anni) non ci sono molti casi gravi, a dimostrazione dell'importanza della protezione dei vaccini, visto che nella prima fase della pandemia uno scenario di questo tipo avrebbe portato a un numero elevato di decessi. Ieri però la Calabria ha segnalato 2 decessi, avvenuti il 25 e il 26 agosto, all'interno di Rsa. A Canosa, in provincia di Barletta-Andria-Trani, due settimane fa in una Rsa sono stati trovati 23 positivi, tra questi 20 ospiti.
Le segnalazioni però riguardano tutta Italia: focolai in una casa di riposo di Sarsina, in provincia di Forlì-Cesena, in strutture per anziani in Sicilia, in Toscana, in Veneto e in Campania, solo per citare alcuni esempi, per un totale di almeno 300 positivi. Secondo il professor Bernabei «è di buon senso pensare a una dose di rinforzo perché comunque parliamo di persone fragili, con una immunità di partenza modesta».
(Sintesi redatta da: Anna Costalunga)