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Monteleone Antonio

Reputazione e territorialità delle RSA

Welfare Oggi, 3/2023, 2023, pp.26-30

La legge 33 s’interseca necessariamente con il decreto 23 maggio 2022, n. 77, “Regolamento recante la definizione di modelli e standard per lo sviluppo dell’assistenza territoriale nel Servizio sanitario nazionale”. La Riforma dell’assistenza territoriale definisce un nuovo modello organizzativo del Servizio Sanitario Nazionale che mira a una sanità più vicina alle persone e al superamento delle disuguaglianze. Sia in ordine ai futuri decreti attuativi della legge 33 sia nell’implementazione del d.m. 77 occorre ribadire che le Rsa sono già attualmente un “modello organizzativo di prossimità” per la presa in carico della persona con patologie croniche e/o fragilità. 


Infatti, esse rispondono ai criteri di presenza diffusa e visibile sul territorio oltre al fatto che sono dotate, all’esterno, di parcheggi e spesso di aree verdi, e all’interno di ambienti e spazi amichevoli, domestici e familiari, che tutelano la privacy. Inoltre, hanno un’infrastruttura tecnologica e informatica di base e, in particolare, hanno ordinariamente presenti diverse professionalità per una valutazione multidimensionale e per attuare piani d’intervento ad essa corrispondenti. 


Esse, pertanto, hanno una ‘naturale’ predisposizione al territorio con focalizzazione sui servizi alla persona e con un dialogo da sviluppare in modo abituale con il medico di medicina generale, che è l’unico attivatore e responsabile del paziente a domicilio. Occorre pertanto avvalersi di tali caratteristiche di ubicazione e costruttive per modellare le Rsa sia come centri multifunzionali sia come centri multiservizi, ossia in grado di fornire servizi in house e a domicilio a variabile intensità e per bisogni diversificati, anche con funzione intermedia tra casa e ospedale.


In merito all’ADI l’apporto delle RSA è indispensabile per conseguire l’obiettivo target definito dal PNRR sull’incremento della presa in carico della popolazione over 65 anni entro il 2025. La Missione 6 C1 del PNRR all’Investimento 1.2 sull’assistenza domiciliare stabilisce che l’obiettivo da raggiungere è quello di aumentare il volume delle prestazioni rese in assistenza domiciliare fino alla presa in carico entro il 2025 a livello nazionale di almeno il 10% della popolazione di età > 65 anni. Il nuovo modello di Sanità porta sempre più i servizi residenziali per anziani non autosufficienti ad erogare una parte di assistenza territoriale, anche perché il focus sul territorio emerge proprio dall’invecchiamento della popolazione e dall’insorgere di patologie croniche multiple. 


Perciò, il modello organizzativo più aderente alla fisionomia delle Rsa è proprio quello territoriale, perché essa può ricomprendere diversi altri modelli oltre a quello suo tradizionale e integrare altri attori del sistema. La territorialità intende favorire il mantenimento del benessere e della qualità della vita, sicché non può essere solo sanitaria, altrimenti non si parlerebbe di ‘casa come primo luogo di cura’. Quindi le Rsa più sono luoghi di vita e non di segregazione delle persone, più sono ‘luoghi urbani’, aree in costante e dinamica interazione con le comunità circostanti.

(Sintesi redatta da: Anna Costalunga)

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Autore (Cognome Nome)Monteleone Antonio
Casa Editrice, città
Collana
Anno Pubblicazione2023
Pagine26-30
LinguaItaliano
OriginaleSi
Data dell'articolo19000101
Numero3/2023
Fonte
Approfondimenti Online
FonteWelfare Oggi
Subtitolo in stampaWelfare Oggi, 3/2023, 2023, pp.26-30
Fonte da stampare(Sintesi redatta da: Anna Costalunga)
Volume
Approfondimenti
Monteleone Antonio
Attori
Parole chiave: Legislazione nazionale Residenza Sanitaria Assistenziale