Prosegue in Spagna il dibattito sulla legge sull'eutanasia, approvata dal governo di Pedro Sánchez lo scorso marzo, che a breve entrerà in vigore nel Paese. Per i detrattori il Governo ha agito ignorando tutti i pareri contrari dentro e fuori la Spagna. E così diverse organizzazioni di Bioetica e Deontologia, società scientifiche di cure palliative e 140 organizzazioni no profit hanno unito le forze creando la piattaforma Assembly for Life.

Per mettere in guardia contro le logiche di questa legge, l'Assemblea delle Associazioni per la Vita, la Dignità e la Libertà ha riunito medici, ricercatori, giuristi, accademici, ex politici e artisti in un documentario per dire “no” al dramma dell'eutanasia. Nel filmato il capo delle cure palliative dell'Ospedale Fundación Jiménez Díaz, Álvaro Gándara, avverte che il governo dovrebbe piuttosto concentrarsi sull'attuazione di cure palliative di qualità: "In Spagna in questo momento c'è un enorme deficit nello sviluppo di unità e attrezzature. C'è una copertura di circa il 50% della popolazione. Ciò significa che 70.000 pazienti all'anno muoiono con sofferenze evitabili, che potrebbero essere alleviate con buone squadre di cure palliative". Gándara mette in guardia anche sulla necessità che gli aiuti per l'assistenza arrivino in tempo, sottolineando che i pazienti a volte muoiono soli, senza persone che si prendano cura di loro, senza poter andare in una residenza o senza un’assistenza adeguata in casa.

Dal canto suo, Mónica López Barahona, ricercatrice e presidente della Fondazione Lejeune in Spagna, critica aspramente nel documentario che tutte le manifestazioni contrarie alla legge sono state ignorate dal governo. Non sono stati ascoltati, afferma, né il Comitato nazionale di bioetica, né il Collegio dei medici, non c'è stato un dibattito e non è stato chiesto il parere di esperti. Come conclude Luisa González Perez, anestesista dell'ospedale Puerta de Hierro di Madrid: "Una società senza cure non è una buona società".