Ancora oggi, dopo oltre 120 anni di storia, la cardioaspirina si conferma un pilastro della prevenzione secondaria nei pazienti che hanno avuto un evento cardiovascolare come ictus o infarto.
A ribadirlo, uno studio diretto e coordinato da Humanitas, pubblicato su Lancet, che ha dimostrato che le tienopiridine, farmaci antiaggreganti in grado di inibire l’attività del P2Y12, non danno benefici sostanziali rispetto alla cardioaspirina, che dunque rimane il farmaco antiaggregante di riferimento per la prevenzione cardiovascolare secondaria.
(Fonte: tratto dall'articolo)