"Portagirevole" è un articolato progetto di welfare di comunità costruito a più mani a Reggio Emilia da istituzioni, cooperative sociali e associazioni del terzo settore.
L’iniziativa è stata realizzata con i contributi di un bando della Fondazione Manodori.
Diversi gli obiettivi dell'iniziativa volta a creare un servizio di "portierato sociale" e a creare legami sociali tra i residenti dei quartieri, combattendo isolamento e marginalità.
Da un lato vengono offerti agli anziani servizi concreti come sportelli di ascolto, "badanti di condominio", consegna di farmaci o spesa a domicilio, supporto per piccoli lavori di manutenzione, corsi doposcuola o di informatica per imparare a ordinare la spesa on line o usare l'identità digitale Spid e addirittura progetti di avviamento al lavoro come la produzione di mascherine in tessuto- 300 quelle realizzate- da distribuire agli abitanti.
Dall'altro il progetto cerca di intercettare la "domanda timida" e i bisogni delle famiglie scivolate nella fascia delle nuove povertà durante l'emergenza sanitaria, che spesso non chiedono aiuto per vergogna.
Sono all'incirca un centinaio le persone che nei mesi scorsi hanno usufruito dei servizi o preso parte al progetto e, secondo un'indagine del Comune, circa il 50% degli abitanti dei quartieri ha riscoperto il senso di appartenenza alla sua zona quando non poteva uscire di casa.
La Fondazione Manodori, precisa il suo presidente Romano Sassatelli, "promuove da qualche anno il bando 'WelCom' per facilitare lo studio e la realizzazione di progetti per la coesione sociale e i servizi alla persona. 'Portagirevole' e' uno dei tanti esempi di come, lavorando in rete e collaborando tra soggetti diversi, si possa approdare ad una proposta che tiene conto dei bisogni spesso inespressi dei più fragili ed incentiva lo spirito di condivisione e di aiuto reciproco".
Il servizio di portierato sociale diventa così la sentinella di quartiere per sviluppare servizi e iniziative di prossimità che puntino ai comportamenti virtuosi, rispondere ai piccoli bisogni del quotidiano, realizzare servizi condivisi e iniziative di carattere formativo, educativo, lavorativo e ricreativo in merito ai temi del vivere quotidiano. L’intento è creare delle smart community.
(Sintesi redatta da: Anna Costalunga)