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Savelli Fabio

Più casi tra gli anziani. Verso la terza dose anche per gli under 60

Il Corriere della Sera, 22-10-2021, p.11

L’ultimo rapporto dell’Istituto superiore di Sanità calcola l’incidenza tra la popolazione vaccinata di nuovi casi Covid-19. Alla base dell’andamento c’è la variabile tempo. Registra i nuovi contagi solo tra i coperti con due dosi di vaccino a mRna (Pfizer e Moderna), considerando i giorni trascorsi dalla seconda. Tra gli over 80 sta già salendo la percentuale di contagi tra i vaccinati ad oltre 180 giorni dal richiamo. Lo stesso sta avvenendo, anche se in maniera più lieve, tra chi ha tra i 60 e i 79 anni. Tra i 40-59enni e gli under 40 la curva è invece stazionaria: non c’è alcuna impennata.

Ciò segnala come, al momento, non ci sia bisogno di una terza dose generalizzata. Non ci sono «evidenze scientifiche» per contemplarla. Questi andamenti però sono soggetti a una naturale evoluzione. E quello che vale oggi potrebbe non valere tra qualche mese. Per gli under 60 c’è da considerare che il completamento del ciclo vaccinale è avvenuto — per la priorità assegnata ad altre categorie — solo a partire dalla metà di luglio. Dunque questi andamenti andranno valutati da gennaio quando è presumibile che si possa verificare una leggera risalita dei contagi anche tra i più giovani già vaccinati. Non risultano invece contemplati i soggetti under 60 con comorbidità che avevano una corsia preferenziale nella prima fase. Tra loro chi ha patologie respiratorie, cardiocircolatorie, neurologiche.

Molti hanno avuto le due dosi tra maggio e giugno, quindi rischiano di essere «scoperti» in anticipo rispetto a tutti gli altri. Quello che però occorre rilevare è lo scostamento temporale necessario tra le misure di salute pubblica, come lo sarebbe l’estensione generalizzata della terza dose a tutta la popolazione, e l’andamento della curva epidemiologica. Fonti del ministero della Salute rilevano che il «booster», il richiamo per tutti, potrebbe essere deciso in «chiave preventiva». Il ragionamento è semplice: occorre sterilizzare in anticipo una possibile recrudescenza della pandemia nei mesi invernali, seppur probabilmente meno impattante sul sistema sanitario perché due dosi di vaccino proteggono in maniera efficace da ospedalizzazioni e decessi anche oltre i sei mesi canonici.

(Sintesi redatta da: Anna Costalunga)

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Autore (Cognome Nome)Savelli Fabio
Casa Editrice, città
Collana
Anno Pubblicazione2021
Pagine11
LinguaItaliano
OriginaleSi
Data dell'articolo2021-10-22
Numero
Fonte
Approfondimenti Online
FonteIl Corriere della Sera
Subtitolo in stampaIl Corriere della Sera, 22-10-2021, p.11
Fonte da stampare(Sintesi redatta da: Anna Costalunga)
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Approfondimenti
Savelli Fabio
Attori
Parole chiave: Centro di documentazione Prevenzione Vaccinazioni