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Perché dire no ad una legge sulla non autosufficienza e così salvare i diritti dei malati

Prospettive assistenziali, 1/2021, 2021, pp.7-10

Sindacati ed “esperti”, sostenitori della necessità di una “legge quadro nazionale sulla non autosufficienza”, sostengono la presunta assenza nell’ordinamento italiano di una legge che tuteli la non autosufficienza e che disciplini le long term care, cure di lunga durata. L’affermazione è però errata e le conseguenze di una (nuova) legge sulla non autosufficienza sarebbero drammatiche e pesantissime per il diritto alla tutela della salute di tutti i cittadini, perché si tratterebbe certamente di una norma che tratterebbe diversamente i malati non autosufficienti dagli altri in materia di accesso, garanzia e qualità delle cure.

Una legge sulla mancata autosufficienza in Italia già esiste: è la n. 833 del 1978, tutt’ora pienamente in vigore e che ha una chiara dimensione universalistica. Per tacere poi dell’articolo 32 della Costituzione. Dunque è errato sostenere che in Italia i malati non autosufficienti non sarebbero compresi dalla legislazione nelle tutele indicate, cioè quelle di un Servizio sanitario che cura i malati senza limiti di durata, senza distinzione di condizioni individuali e sociali e senza limitazioni o sbarramenti all’accesso relativi al tipo di patologia o al modo in cui questa si manifesta. Si tratta piuttosto di applicare la normativa nel migliore dei modi. La legge infatti non è rispettata (e in moltissimi casi nemmeno conosciuta dagli stessi operatori dei servizi).

Il falso mito dell’integrazione sociosanitaria, in realtà scaricamento dei malati dalla sanità sul settore assistenziale, è invece il mezzo per moltiplicare l’ingiustizia degli infermi non autosufficienti privati delle cure e giustificare l’attacco all’indennità di accompagnamento: non più risorse date ai beneficiari, ma prestazioni gestite dai privati. Nel documento “Finanziamenti ordinari e straordinari per la ripresa del Welfare sanitario e socio–sanitario” che Cgil, Cisl e Uil hanno redatto nell’ottobre 2020Si legge: «Le organizzazioni sindacali confederali e dei pensionati sostengonoche sia indispensabile approvare una legge quadro nazionale per la non auto-sufficienza, che individui i livelli essenziali delle prestazioni per assicurare in modo uniforme in tutto il Paese il diritto alle cure e all’assistenzasociale per le persone non autosufficienti». In tal modo le Confederazioni non rivendicano per i malati cronici non auto-sufficienti il diritto ad essere curati dentro il Servizio sanitario nazionale. Nel documento peraltro mai è citata la legge 833 del 1978, né sono presi in considerazione, i Livelli essenziali delle prestazioni sanitarie esocio-sanitarie (Lea), che pur con tutte le criticità, sono vigenti e garantiscono la presa in carico sanitaria del malato.

I Sindacati così chiedono percorsi separati – e meno tutelanti –per chi è nella condizione di non autosufficienza e maggiori risorse per il Fondo sanitario nazionale per potenziare la prevenzione e la rete dei servizi territoriali a favore dei malati, ma non di quelli colpiti da quelle chel’Organizzazione mondiale della sanità definisce «nuove pandemie» ovvero «le cronicità, non autosufficienza, il disagio mentale. Invece compresi nel concetto universale della normativa vigente.

Non si comprende perché il Sindacato, semplicemente, non chieda che il Parlamento e il Governo assicurino al Fondo sanitario nazionale le risorse in misura adeguata a garantire servizi e prestazioni così come previste dalla legge833/1978 e dai Livelli essenziali delle prestazioni Lea. Per tutti i malati, anche i non autosufficienti. La non autosufficienza non va trattata come categoria a sé stante, ma considerata come un esito di malattie croniche e/o disabilità invalidanti, materie che rientrano a pieno titolo nelle competenze e sotto le prestazioni di tutela del Servizio sanitario. Abbiamo in Italia non meno di 200mila malati cronici non autosufficienti, soprattutto anziani, che non ricevono le prestazioni sanitarie e socio-sanitarie definite dal Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri del 12 gennaio 2017, aggiornamento dei Lea e che regola Rsa e centri diurni di assistenza. La vera battaglia da condurre è nel far rispettare ciò che già esiste.

(Sintesi redatta da: Anna Costalunga)

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Autore (Cognome Nome)
Casa Editrice, città
Collana
Anno Pubblicazione2021
Pagine7-10
LinguaItaliano
OriginaleSi
Data dell'articolo19000101
Numero1/2021
Fonte
Approfondimenti Online
FonteProspettive assistenziali
Subtitolo in stampaProspettive assistenziali, 1/2021, 2021, pp.7-10
Fonte da stampare(Sintesi redatta da: Anna Costalunga)
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Approfondimenti
Attori
Parole chiave: Anziano non autosufficiente Cronicità Legislazione nazionale