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Nuove reti di welfare contro il Covid-19: l’esperienza di Cantù

www.secondowelfare.it, 15-02-2021

La storia che arriva da Cantù, città di 40 mila abitanti vicino Como, riassume in maniera significativa la recente evoluzione del Terzo Settore avvenuta dopo il processo di riforma avviato nel 2016 e alla luce dell'emergenza legata al Covid-19. L’idea della riforma è stata quella di definire chiaramente le caratteristiche del Terzo Settore e le forme giuridiche in cui può organizzarsi. A ciò si aggiunga anche la volontà di rafforzamento dell’identità del settore e di collaborazione tra i suoi enti al fine di favorire un maggior sviluppo sociale, culturale ed economico dei territori dove questi enti agiscono.

Il tema della collaborazione tra le diverse anime del Terzo Settore è emerso con maggior insistenza in questi mesi di lockdown. Sul territorio comunale di Cantù operano numerosi enti del Terzo Settore, per la maggior parte associazioni di varia forma a cui si affiancano sei cooperative sociali. A seguito del venir meno dei Piani di zona e della volontà di ampliare la collaborazione tra enti del Terzo Settore, soprattutto alla luce della riforma, un gruppo di associazioni e le sei cooperative hanno avviato delle tavole rotonde dalla primavera 2018 per iniziare a ragionare su come essere un settore unito e cooperante.

Nel giugno 2020 è stata pubblicata una ricerca che ha coinvolto 18 enti del Terzo Settore che hanno operato sul territorio canturino nel corso dei mesi del primo lockdown. Chiaramente, molte realtà non hanno potuto modificare le proprie attività perché prevalentemente legate all’utilizzo di spazi o al contatto diretto con l’utenza. In termini di nuovi servizi attivati, le tecnologie hanno aiutato gli enti a mantenere i contatti con i propri utenti e supportarli durante i mesi di lockdown. In questo senso, l’associazione sportiva gruppo pattinatori CRA-BCC ha assistito i propri atleti con dettagliati allenamenti singoli da fare in casa o nelle vicinanze dell’abitazione. La cooperativa Mondovisione, che gestisce il teatro locale, ha creato contenuti online per intrattenere gli iscritti ai propri corsi di danza e recitazione, mentre l’associazione Charturium, che si occupa di mantenimento delle tradizioni locali, ha avviato incontri periodici con esperti per continuare la propria missione di divulgazione sulla cultura locale.

Sicuramente, i maggiori sforzi in termini d’innovazione del servizio sono da vedersi sul fronte della fornitura di alimenti alle famiglie in difficoltà. Per prima cosa, la rete attivatasi nell’immediato ha coinvolto non solo l’associazione Incontri, che gestisce la locale mensa di solidarietà, ma anche il comitato CRI e l’associazione Carabinieri che avendo le dotazioni adeguate hanno potuto consegnare a domicilio i pacchi. A ciò si aggiunge il riuscire, nel più breve tempo possibile, a beneficiare delle derrate alimentari dei locali supermercati che rischiavano di essere perse. Un’ulteriore forma di rete che ha portato beneficio alle fasce più deboli è quella che ha coinvolto le scuole e La Soglia, che si occupa di supporto didattico. Il lockdown ha da subito posto la sfida di connettere gli studenti online per seguire la didattica a distanza ma questo non è possibile per quanti non possiedono adeguati device e non sono in condizione di acquistarli. Per questo motivo, la collaborazione tra istituti comprensivi e quest’associazione ha permesso di porre in evidenza il tema e di attivare immediatamente risorse per colmare queste lacune.

Un istituto superiore ha messo a disposizione 22 notebook, distribuiti dall’associazione Carabinieri su indicazione del La Soglia. L’attivazione della comunità canturina ha inoltre permesso di raccogliere 29.000€ per il comitato CRI e 2.900 mascherine distribuite nelle prime fasi del lockdown agli operatori e ai soggetti con condizioni di salute più fragili, quando la reperibilità di queste era più difficile. In questo scenario, hanno avuto un ruolo fondamentale varie parti delle istituzioni pubbliche locali come i servizi sociali e la protezione civile che hanno lavorato a stretto contatto con il terzo settore per individuare tempestivamente i nuovi bisogni.

La creazione di queste reti e l’attivazione di questi servizi ha messo in evidenza degli elementi che hanno dato maggior coscienza alla neonata rete del proprio potenziale ponendo la basi su alcune certezze: mettere in rete le proprie risorse, come anche le informazioni disponibili, serve per meglio comprendere la realtà; a ciò si aggiunge che il lavorare insieme permette di raggiungere obiettivi difficilmente realizzabili singolarmente.

(Sintesi redatta da: Anna Costalunga)

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LinguaItaliano
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Data dell'articolo2021-02-15
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Fontewww.secondowelfare.it
Approfondimenti Onlinehttps://www.secondowelfare.it/terzo-settore/nuove-reti-di-welfare-contro-il-covid-19-l-esperienza-di-cantu.html
Subtitolo in stampawww.secondowelfare.it, 15-02-2021
Fonte da stampare(Sintesi redatta da: Anna Costalunga)
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Parole chiave: No profit Rete sociale