Papa Francesco non è il primo pastore ad aver pensato di dedicare una giornata agli anziani. Il 26 luglio 1991 l’allora arcivescovo di Cagliari, Ottorino Pietro Alberti, decide di dedicare la memoria liturgica dei santi Anna e Gioacchino ai nonni. Non solo una solenne Eucaristia, ma anche la consegna ufficiale di pergamene agli sposi giunti al traguardo di nozze d’argento, oro e anche platino. È la 'reazione' cristiana alla cultura delle 'pietre scartate' che emargina poveri, tossicodipendenti, vittime di Aids e, appunto, anziani non più efficienti, e d’estate dimentica i nonni negli ospedali.
«Gli anziani non hanno bisogno di compassione – diceva il presule nella parrocchia di sant’Anna– nè di una solidarietà veicolo di una pietà a poco prezzo e neppure oggetto di un’assistenza morale o materiale che umilia e mortifica. Gli anziani sono parte attiva della società». Volontariato, socioassistenziale, cultura e sport sono i campi dove le 'penne bianche' - secondo l’arcivescovo - possono brillantemente operare. Ma la 'cattedra ' naturale dei nonni è in famiglia. L’esempio è quello dei santi Anna e Gioacchino, che rappresentano “una grande lezione per la famiglia che, oggi in particolare, è oggetto di pesanti attacchi da parte di forze molteplici, le quali ne minacciano l’unità, l’indissolubilità, la comunione, la santità”.
(Sintesi redatta da: Anna Costalunga)