Una lettera appello con cui 14 realtà del mondo delle Rsa liguri, fra cui Confcommercio Salute e Anaste (Confcommercio), esprimono lo spirito con cui hanno affrontato l'esperienza del Coronavirus .
Un messaggio che intende evidenziare lo sforzo e lo spirito di tutta una categoria che assiste delle persone fisiche, non delle cifre, pure utili, ma che spettano ai tecnici e al decisore politico. Un settore che si prende cura quotidianamente di diciottomila soggetti, anche nei difficili tempi del Covid-19, che impiega quindicimila operatori sanitari ed educativi, addetti di servizi di cucina, pulizia, manutenzione e amministrativi, senza i quali le complesse macchine delle residenze non potrebbero esistere.
Si legge nella lettera "i nostri compagni di strada sono uomini e donne, anziani, disabili, psichiatrici e affetti da dipendenze, fragili e spesso non autosufficienti, che ci sono stati affidati per le cure dai parenti e che conosciamo per nome, ne conosciamo la vita e la storia perché da poco o tanto tempo vivono nelle nostre residenze. Con loro e insieme a loro si percorre un pezzo della vita di ognuno di noi, con loro si parla nelle stanze, nei corridoi e nei giardini mentre si lavora. Sono racconti allegri e tristi delle loro vite, sono racconti allegri e tristi delle nostre vite".
Si ricorda inoltre che queste strutture, "sottoposte a rigidi criteri autorizzativi e di controllo da parte di tutti gli enti competenti in materia, rappresentano anche un importante presidio territoriale nei tanti comuni della costa e dell’entroterra ligure".
Come tutto il sistema, le Rsa sono state travolte improvvisamente dal Covid-19 e hanno dovuto fronteggiare un nemico sconosciuto. Si sono scagliate "contro questa enorme onda senza tentennamenti, con gli strumenti sanitari del quotidiano, senza supporto scientifico, con le protezioni disponibili: nell’unico modo per provare a proteggere i nostri compagni di strada e noi stessi".
(Sintesi redatta da: Carrino Antonella)