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Nella ’ripresa’ non dimentichiamo la disabilità

Animazione Sociale, 1, 2021, pp.24-31

Nel documento Iniziative per il rilancio. Italia 2020-2022 ha messo in evidenza come nel nostro paese oltre 400.000 persone siano ospitate all’interno di servizi e strutture di assistenza. All’interno di questa realtà la parte più nutrita è rappresentata dalle persone con disabilità. Oltre il 70% degli ospiti presenti nei 13.302 presidi residenziali sparsi sul territorio nazionale, sono infatti affetti da questa patologia, a volte destinata a peggiorare con la permanenza nelle strutture stesse.

La visione superata, per la quale il disabile è solo un malato da curare e proteggere in luoghi dedicati, non è più concepibile, poiché sarebbe in contraddizione con il modello ‘bio-psico-sociale’ basato sui diritti umani, introdotto dall’Onu (Convention on the rights of person with disability), recepito dalla normativa italiana nel 2009. La Convenzione si basa sul principio della valorizzazione delle diversità umane e libera la condizione di disabilità da una lettura puramente assistenziale-sanitaria, ancorandola al rispetto dei diritti umani attraverso i principi di pari opportunità e non discriminazione.

Secondo questa impostazione, dunque, la disabilità è il risultato del rapporto tra le caratteristiche di una persona e le modalità attraverso cui la società organizza il suo accesso a beni, diritti e servizi. Da qui la politica dovrebbe pertanto partire per assumere provvedimenti e azioni di sostegno. Tuttavia questa ’rivoluzione’ sul piano culturale non è stata ancora recepita a pieno né dai governi né dai cittadini. Ciò comporta un un appiattimento nel settore dei servizi e spesso anche nelle stesse associazioni per disabili, che continuano a vedere nell’aumento delle concessioni economiche alla categoria, l’unico strumento possibile per migliorarla.

In realtà per migliorare la qualità di vita delle persone affette da disabilità, è necessario un effettivo cambio di passo, da un sistema che privilegia l’assistenza e la passività, ad un altro centrato sui diritti delle persone e che, prima di tutto,  consenta la partecipazione di queste ultime alle scelte che le riguardano. Nella consapevolezza che i processi disabilitanti sono in gran parte prodotti da contesti e organizzazioni incapaci di dare risposte alle differenze tra i singoli individui.

La sfida per il futuro sarà raccordare l’imperativo giuridico e morale della legge con le specifiche culture delle comunità all’interno delle quali il principio deve essere applicato. Ciò richiede un ‘tessuto connettivo’ che metta in relazione la norma e le sue applicazioni, in grado di interpretare il mandato politico presente nell’enunciato di legge trasformandolo in progetti e azioni coerenti.

(Sintesi redatta da: Anna Costalunga)

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Autore (Cognome Nome)
Casa Editrice, città
Collana
Anno Pubblicazione2021
Pagine24-31
LinguaItaliano
OriginaleSi
Data dell'articolo19000101
Numero1
Fonte
Approfondimenti Online
FonteAnimazione Sociale
Subtitolo in stampaAnimazione Sociale, 1, 2021, pp.24-31
Fonte da stampare(Sintesi redatta da: Anna Costalunga)
Volume
Approfondimenti
Attori
Parole chiave: Disabilità, handicap Welfare