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More Koreans refuse life-sustaining treatment - Un numero sempre maggiore di coreani rifiuta le cure salvavita

The Korea Times, 26-01-2021

Sono passati tre anni dal febbraio del 2018, giorno nel quale in Corea del Sud è stato promulgato il cosiddetto "Death with Dignity Act" “, la normativa che definisce il ‘fine vita’, consentendo alle persone di scegliere se interrompere o meno le cure mediche in caso di malattia terminale. Attualmente il Governo riconosce quattro tipi di trattamenti - rianimazione cardiopolmonare, uso della respirazione artificiale, emodialisi e somministrazione di farmaci anti-cancro - come cura di prolungamento della vita. Qualsiasi persona di età superiore ai 19 anni può registrare le sue volontà, che possono essere revocate in qualsiasi momento. La legge prevede che il trattamento di fine vita possa essere messo in atto a condizione che ricorrano diversi elementi: la conferma da parte di un familiare, l’approvazione del comitato etico dell'istituto medico e la prognosi di due medici che confermano la diagnosi di paziente terminale.

Dal febbraio 2018, 790.193 persone si sono iscritte al programma, più specificamente, 105.529 persone si sono registrate nel 2018. Il numero è poi salito a 432.138 nel 2019 ed è sceso a 257.526 nel 2020. Circa l'88% delle registrazioni è stato effettuato da persone di età superiore ai 60 anni. Un sondaggio condotto a dicembre dal Korea National Institute for Bioethics Policy (NIBP) ha mostrato che la stragrande maggioranza, ovvero il 91% dei 300 intervistati, era a conoscenza del programma. Circa l'81% ha affermato di avere un'opinione positiva, mentre il 60% ha risposto di essere disposto a registrarsi in futuro. Secondo Kim Myung-hee, capo del NIBP, tale atteggiamento "Riflette l'interesse pubblico per una fine dignitosa”.

Dalla storica sentenza di un tribunale locale che nel 2009 aveva consentito l'eutanasia per una donna anziana, l'idea di una morte dignitosa aveva preso sempre più piede nel dibattito pubblico. Kim spiega la diminuzione dei numeri nel 2020 con l’effetto pandemia da COVID-19. In effetti i più interessati al programma sono i cittadini over 70, la cui attenzione al momento è catalizzata dal nuovo Virus. Inoltre, l’impossibilità da parte dei gruppi sostenitori della legge, di svolgere informazione e proselitismo negli spazi esterni, ha fatto il resto.

Tuttavia, nonostante l'aumento della domanda, l'effettiva attuazione del trattamento di fine vita non è facilmente realizzabile, principalmente a causa dell'assenza di un comitato etico nelle strutture. Secondo i dati del governo, infatti, circa la metà dei 320 ospedali ne prevede uno, contro solo il 4% delle 1.585 case di cura.

(Sintesi redatta da: Anna Costalunga)

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Anno Pubblicazione2021
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LinguaInglese
OriginaleSi
Data dell'articolo2021-01-26
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Approfondimenti Online
FonteThe Korea Times
Subtitolo in stampaThe Korea Times, 26-01-2021
Fonte da stampare(Sintesi redatta da: Anna Costalunga)
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Parole chiave: Accompagnamento alla morte Fine vita