Iscrizione newsletter Chiudi

Registrati alla Newsletter, per essere sempre aggiornato.

* Campo obbligatorio

Indirizzo Email

*

Nome

Cognome

Tipologia Utente:

*
*
Carta d'Identità Centro Studi 50&Più Chiudi

Bocci Michele

Migranti: anche le famiglie in affanno. “L’assistenza agli anziani regge solo grazie a loro”

La Repubblica, 06-03-2023

L’assistenza agli anziani in Italia dipende dai migranti e per questo i datori di lavoro chiedono da tempo che vengano fatti dei decreti per attivare flussi specifici per questi lavoratori così da fronteggiare una carenza di organici nel mondo sociosanitario che sta diventando strutturale. Le residenze per anziani si appoggiano ormai stabilmente ad agenzie che cercano e reclutano personale all’estero. In particolare lo fanno le strutture del Nord, che sono più numerose rispetto al numero di abitanti di quelle del Sud. In alcune aree, ad esempio in Piemonte o in Liguria, il 100% degli operatori arriva dall’estero.

Quello che sta succedendo nel mondo delle Rsa rischia di essere solo l’anticipo della situazione in cui si troveranno gli ospedali tra qualche tempo. La crisi ha anche a che fare con il Covid. Negli anni duri della pandemia la richiesta di personale da parte del sistema sanitario ha spinto molto infermieri a lasciare le residenze per anziani e a spostarsi nelle strutture pubbliche. Così si è accentuato il problema di organici nelle Rsa, che hanno iniziato in modo più deciso a cercare lavoratori all’estero. Ci sono agenzie che reperiscono persone disponibili a spostarsi in Paesi extra Ue.

Di solito le agenzie organizzano corsi d’italiano per chi arriva da fuori, poi fanno firmare un contratto nel quale il dipendente mette a disposizione il suo lavoro per almeno 12 mesi nella stessa struttura, per evitare di ritrovarsi subito con il problema di organico. L’investimento per i gestori è di circa 4mila euro al mese e c’è chi, almeno all’inizio offre anche vitto e alloggio. Tutte spese che fanno capire quale sia la fame di personale delle Rsa. Ma prima di tutto ci sarebbe bisogno di flussi dedicati, come la Gran Bretagna. In Italia ci sono circa 14 milioni di over 65, dei quali circa 4 milioni hanno quelle che vengono definite “limitazioni funzionali”. 

Ma coloro che non sono in buone condizioni fisiche e quindi potenzialmente necessitano di un aiuto, magari meno frequente, sono almeno 8,5 milioni. Per loro, solitamente, ci vuole una badante per assicurare un sostegno a domicilio. In Italia, si stima che queste professioniste siano circa 1,1 milioni, se si considerano anche quelle irregolari, che rappresenterebbero oltre la metà del totale. Nei flussi non c’è la previsione per il lavoro domestico, se non per ricongiungimento familiare, dal 2012. Ogni tanto c’è stato un condono, nel 2012 e nel 2020, il primo da 4-500mila persone, il secondo da 178mila. Con il decreto flussi si prevede che il datore di lavoro faccia la domanda per un cittadino cingalese o messicano senza nemmeno conoscerlo. Va invece ripristinato lo sponsor e introdotto il permesso di soggiorno per la ricerca del lavoro.

(Sintesi redatta da: Anna Costalunga)

TORNA ALLA PAGINA PRECEDENTE     AGGIUNGI AI PREFERITI     I MIEI PREFERITI
Autore (Cognome Nome)Bocci Michele
Casa Editrice, città
Collana
Anno Pubblicazione2023
Pagine
LinguaItaliano
OriginaleSi
Data dell'articolo2023-03-06
Numero
Fonte
Approfondimenti Online
FonteLa Repubblica
Subtitolo in stampaLa Repubblica, 06-03-2023
Fonte da stampare(Sintesi redatta da: Anna Costalunga)
Volume
Approfondimenti
Bocci Michele
Attori
Parole chiave: Assistente familiare, badante Caregiver caregiving Immigrazione, emigrazione Residenza Sanitaria Assistenziale