Amanda Pritchard, amministratrice delegata del Servizio sanitario inglese, ha annunciato che le donne in menopausa potranno svolgere il proprio lavoro da casa in caso lo richieda la loro condizione psico-fisica. Pubblicando la prima guida nazionale del SSN sulla menopausa, ha affermato che altri datori di lavoro dovrebbero seguire l'esempio per aiutare le donne di mezza età a "potenziarsi" sul lavoro, producendo "modelli di lavoro flessibili". La guida istruisce i datori di lavoro della Sanità a prendere in considerazione "qualsiasi ragionevole adeguamento a un tale modello di lavoro", inclusi orari più brevi, pause flessibili o lavoro a distanza.
I cambiamenti arrivano in un momento in cui un numero record di 7,1 milioni di persone è bloccato nelle liste d'attesa del SSN, a fronte di una carenza di personale giunta a livelli record. Un posto su 10 è vacante, mentre gli ospedali sono in affanno a causa degli arretrati dovuti alla pandemia. I cambiamenti potrebbero comportare una diminuzione del personale in prima linea proprio in un momento di pressioni record. Tuttavia, la Pritchard ha insistito sul fatto che consentire alle donne in menopausa una maggiore flessibilità nel lungo periodo aumenterebbe di fatto la forza lavoro.
"La menopausa non è una condizione di salute, è una fase della vita, e voglio che tutte le donne del SSN che stanno affrontando questa transizione ricevano il giusto supporto per rimanere con profitto al lavoro", spiega. Il SSN è il più grande datore di lavoro delle donne nel Paese. Dei suoi 1,3 milioni di dipendenti, più di 1 milione sono donne. Uno su cinque è una donna in età menopausale.
"Con sintomi che vanno da dolori muscolari e dolori articolari a vampate di calore, ansia, difficoltà a dormire e nebbia del cervello, la menopausa ha un enorme impatto sulla capacità di una donna di lavorare e svolgere la sua vita quotidiana", continua la Pritchard, sostenendo che semplici accorgimenti, come modelli di lavoro flessibili, ventilatori per rendere le temperature più confortevoli, uniformi più fresche e una adeguata formazione del personale, possono fare una grande differenza.
Ai dirigenti viene anche chiesto di considerare una possibile modifica degli orari introducendo accordi flessibili in modo che le donne alle prese con i sintomi possano fare delle pause quando è meglio per loro. La Pritchard afferma che le donne di età compresa tra i 45 e i 54 anni costituiscono un quinto della forza lavoro del SSN, e che 260.000 di loro hanno sperimentato la menopausa sul lavoro.
La nuova guida, lanciata alla conferenza annuale della Confederation of Business Industry, è stata progettata per essere usufruibile in tutti gli ambienti di lavoro. La ricerca suggerisce che la menopausa costa all'economia 10 miliardi di sterline all'anno in congedo per malattia e sostituzione di coloro che lasciano il lavoro. Uno studio della Fawcett Society ha infatti rilevato che una donna su 10 è costretta a lasciare il lavoro a causa della mancanza di un adeguato sostegno.La Pritchard sostiene che apportare modifiche per sostenere le donne in menopausa potrebbe mantenere più posti di lavoro in un momento di posti vacanti record nel NHS.
(Sintesi redatta da: Anna Costalunga)