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Musso Marta

Malattie cardiache, la cura verde che salva la vita

www.galileonet.it, 11-11-2020

L’inquinamento atmosferico rappresenta uno dei più gravi problemi di salute pubblica. Secondo le stime di un recente report svolto dall’Agenzia europea dell’ambiente (Eea), l’inquinamento atmosferico è la prima causa di morti premature in Europa, con circa 400mila decessi ogni anno (pari a una persona su otto).

In particolare, riporta l’agenzia, circa 255mila morti sono associati alle neoplasie, 135mila a malattie cardiache, 81mila a patologie respiratorie, in particolare alla broncopneumopatia cronica ostruttiva, e circa 50mila a ictus. Non solo: l’inquinamento atmosferico, secondo una sempre crescente mole di ricerche, sarebbe associato anche a un aumento della mortalità per coronavirus. Per esempio, un leggero aumento degli agenti inquinanti, di circa un microgrammo per metro cubo, è associato a un incremento del tasso di mortalità per Covid-19 dell’11% nelle aree prese in esame, secondo uno studio pubblicato su Science Advances.

Per prevenire e limitare queste gravi problematiche legate all'inquinamento è indispensabile aumentare nelle nostre città le aree verdi, lunghe passeggiate all'aria aperta nei parchi e nei giardini infatti, sono alleate della nostra salute ed in particolare ne trarrà beneficio il nostro cuore.

A confermarne nuovamente l’importanza è oggi di uno studio presentato durante l’American Heart Association Scientific Sessions 2020 dai ricercatori della University of Miami Miller School of Medicine e del Jackson Memorial Hospital, secondo cui aumentare le aree verdi nelle metropoli può migliorare la qualità dell’aria e ridurre, di conseguenza, i decessi dovuti alle malattie cardiovascolari. “Abbiamo scoperto che una maggiore disponibilità di aree verdi e qualità dell’aria sono associate a un minor numero di morti per malattie cardiache”, commenta William Aitken, tra gli autori dello studio. Per poter dimostrare che la vegetazione riduca i decessi per malattie cardiache, i ricercatori del nuovo studio si sono serviti dell’Indice di vegetazione normalizzato (Ndvi), valore che indica la presenza di aree verdi sulla superficie terrestre in base al rapporto tra le lunghezze d’onda della luce solare visibile, che la clorofilla assorbe, e del vicino infrarosso, che invece viene riflessa (misurate tramite le immagini satellitari della Nasa).

Dalle analisi, i ricercatori hanno osservato che per ogni 0,10 unità di aree verdi in più (misurate con l’Ndvi) il tasso di mortalità per malattie cardiache è diminuito di 13 decessi ogni 100mila individui. Mentre per ogni aumento di un microgrammo di particolato (Pm 2,5)per metro cubo d’aria, la mortalità è aumentata di circa 39 decessi ogni 100mila persone. “Abbiamo scoperto che le aree con una migliore qualità dell’aria presentano un valore più elevato di vegetazione che, a sua volta, è correlato a un minor tasso di decessi per malattie cardiache”, ha commentato Aitken.

(Sintesi redatta da: Righi Enos)

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Autore (Cognome Nome)Musso Marta
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LinguaItaliano
OriginaleSi
Data dell'articolo2020-11-11
Numero
Fontewww.galileonet.it
Approfondimenti Onlinewww.galileonet.it/aree-verdi-salute-malattie-cardiovascolari/
Subtitolo in stampawww.galileonet.it, 11-11-2020
Fonte da stampare(Sintesi redatta da: Righi Enos)
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Musso Marta
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Parole chiave: Ambiente Contesto urbano Malattie cardiovascolari