Iscrizione newsletter Chiudi

Registrati alla Newsletter, per essere sempre aggiornato.

* Campo obbligatorio

Indirizzo Email

*

Nome

Cognome

Tipologia Utente:

*
*
Carta d'Identità Centro Studi 50&Più Chiudi

Lo studio degli economisti di Bankitalia: l’aumento dei pensionamenti indotti dalla riforma ha portato a una riduzione del tasso di impiego

Il Corriere della Sera, 24-10-2021

Lo studio degli economisti di Bankitalia: l’aumento dei pensionamenti indotti dalla riforma ha portato a una riduzione del tasso di impiego

Attualmente in Italia settori come le costruzioni, la manifattura, l’agricoltura o i servizi d’accoglienza denunciano sempre più spesso la difficoltà di reperire personale, eppure il numero di italiani che hanno un lavoro è tornato a scendere. Ma se in parte è normale che una recessione profonda come quella impressa dalla pandemia abbia falcidiato l’occupazione nel 2020, non tutto è spiegabile con la crisi Covid. Uno studio presentato di recente da quattro economisti della Banca d’Italia indica anche un’altra causa, più strutturale: Quota 100. In altri termini, la possibilità per il triennio 2019-2021 di anticipare la pensione avendo almeno 62 anni e 38 anni di contributi non pesa solo sui conti pubblici e sul debito da far sostenere ai più giovani in futuro. Sta anche dimostrando un impatto negativo sulla ripresa oggi, perché riduce l’offerta di lavoro in uno dei Paesi europei dove essa è più limitata e inadatta a sostenere le imprese che ripartono.

In agosto Francesco D’Amuri, Marta De Philippis, Elisa Guglielminetti e Salvatore Lo Bello della Banca d’Italia hanno reso noto un loro paper che guarda esattamente a questo fenomeno: la partecipazione al mercato del lavoro in vari Paesi occidentali durante il Covid, con una partecipazione alla situazione "strutturale" o "naturale" (cioè al netto delle oscillazioni passeggere del ciclo economico). I quattro economisti giungono alla conclusione che il tasso di occupazione "naturale" è sceso, "in gran parte a causa di un aumento nei flussi di pensionamento indotta da una riduzione temporanea nei requisiti di accesso alla pensione".

Lo studio riesce a distinguere l’effetto di Quota 100 da quello della recessione Covid perché l’impatto del calo di occupazione è arrivato prima della pandemia: "Già nel 2019 - scrivono i quattro economisti della Banca d’Italia - quando la cosiddetta Quota 100 è entrata in vigore". Va detto che l’impatto di Quota 100 sul calo strutturale dell’occupazione viene definito "leggero" dagli autori dello studio, ma le conseguenze restano comunque serie. Già prima della pandemia Eurostat mostrava che l’Italia ha di fronte a sé un crollo di quasi sei milioni di persone in età di lavoro entro il 2040. È l’effetto della demografia che intanto, con il crollo delle nascite durante Covid, è diventata ancora più avversa. Ridurre oggi la popolazione disposta a lavorare, pagando caro per questo con ancora più debito, appare economicamente suicida: l’opposto di quanto serve alla ripresa e alle prospettive di crescita del Paese.

(Sintesi redatta da: Anna Costalunga)

TORNA ALLA PAGINA PRECEDENTE     AGGIUNGI AI PREFERITI     I MIEI PREFERITI
Autore (Cognome Nome)
Casa Editrice, città
Collana
Anno Pubblicazione2021
Pagine
LinguaItaliano
OriginaleSi
Data dell'articolo2021-10-24
Numero
Fonte
Approfondimenti Online
FonteIl Corriere della Sera
Subtitolo in stampaIl Corriere della Sera, 24-10-2021
Fonte da stampare(Sintesi redatta da: Anna Costalunga)
Volume
Approfondimenti
Attori
Parole chiave: Analisi demografica Sistema pensionistico