In questo periodo di quarantena tante famiglie si sono ritrovate a pensare ai propri anziani. Nell'articolo tante storie di persone che, durante l'emergenza, hanno sentito l'esigenza di stare più vicino ai parenti più vecchi. Come se ci si fosse improvvisamente resi conto che questi anziani, in tempi non lontani, non ci saranno più, che sono mortali. Per questo motivo tutte le storie dell'articolo riportano il desiderio dei familiari, o anche di amici e vicini di casa, di stare più vicino agli anziani e di preservarli. In tanti hanno scoperto dietro al "generico" vecchio, storie di vita e personaggi che ancora possono dare tanto.
Queste storie sembrano portare la speranza che questa crisi potrebbe servire a riunire le generazioni, a prestare nostra società a prestare maggiore attenzione al "vecchio".
Purtroppo secondo lo psicogerontologo Jérôme Pellissier non pensa che sia così semplice: “La quarantena - ammette - ha rivelato una vera preoccupazione delle persone per i più fragili. Ma abbiamo anche notato una esacerbazione del paternalismo: abbiamo parlato al posto degli anziani, abbiamo pensato al loro posto. Ricordatevi che il governo voleva costringere a casa gli over 65 senza nemmeno chiedere la loro opinione o consultare associazioni come i Little Brothers of the Poor. Non è il primo caso in cui l'attenzione pubblica si è focalizzata sugli anziani, ma ciò non ha però portato a delle politiche specificatamente pensate per loro, soprattutto per i più soli".
(Sintesi redatta da: Balloni Flavia)