I ricercatori americani della Emory University diretti da James Rilling hanno verificato quali legami neuropsicologici si sviluppano nelle relazioni di accudimento fra nonni e nipoti. In uno studio con risonanza magnetica funzionale pubblicato sulla rivista Proceedings of the Royal Society of Biological Sciences evidenziano nelle nonne un’iper-attivazione delle aree cerebrali empatiche, quelle cioè che permettono di immedesimarsi negli altri e di capirne gli stati d’animo.
Tale attivazione supera quella dei padri, valutati separatamente, e non ha nulla da invidiare a quella già osservata nei rapporti fra madre e figli dove le aree che si attivano nella mamma e nei suoi figli sono addirittura le stesse. Le 50 nonne che hanno partecipato allo studio sono state trovate tramite Facebook o volantini appesi all’Università con la promessa di un compenso di 50 dollari per partecipare allo studio e di altri 50 se risultavano idonee a un esame di risonanza di 5-10 minuti. Dovevano avere un nipote maschio o femmina con un’età fra 3 e 12 anni.
La prima selezione delle candidate è stata fatta con un’intervista via Zoom di 26-68 minuti, in cui il medico, informandosi dei rapporti coi nipoti, le ha sottoposte a otto test neuropsicologici con precisi punteggi per valutarne il coinvolgimento e l’attaccamento affettivo. Le nonne dovevano poi fornire i contatti dei genitori dei bambini affinché portassero una foto del piccolo e del suo papà o della mamma.
Le foto servivano a valutare la reazione delle nonne alla loro vista durante la risonanza in confronto a quella per la foto di un bimbo sconosciuto. Se per i bambini ignoti in tutte le nonne la reazione era lieve, erano le nonne che i test avevano indicato come le più desiderose di un coinvolgimento nella cura dei nipoti quelle che alla vista delle loro foto attivavano di più le aree empatiche: giunzione temporo-parietale e corteccia prefrontale dorsomediale. Lo facevano addirittura più dei padri, superandoli nelle aree dell’empatia emotiva e motivazionale: insula, corteccia cingolata antero-dorsale e somato-sensoriale secondaria.
L’empatia emotiva, concludono gli autori, è la chiave di lettura per misurare l’affetto della nonna che può anche superare quello del papà, ma non quello della mamma.
(Sintesi redatta da: Anna Costalunga)