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Pesaresi Franco

Le cure domiciliari e la medicina del PNRR

Prospettive Sociali e Sanitarie, 2/2022, 2022, pp.5-8

Uno dei principali investimenti previsti dal PNRR riguarda lo sviluppo delle cure domiciliari e degli strumenti di telemedicina ad esse collegate. Per l’investimento denominato “Casa come luogo di cura” vengono destinati 4 miliardi con l’obiettivo del rafforzamento delle prestazioni erogate sul territorio grazie anche al potenziamento e alla creazione di strutture e presidi territoriali come le Case della Comunità egli Ospedali di Comunità.

 Si tratta di assistere nel 2026 complessivamente 1.509.814 anziani per una spesa media annua di circa 1.980 euro a persona. I problemi sorgeranno nel 2027 quando non saranno più disponibili le risorse del Recovery plan. Mancheranno per il personale 1,1 miliardi, che il PNRR afferma di reperire con i risparmi derivanti dalla riorganizzazione sanitaria che punta alla riduzione delle ospedalizzazioni inappropriate relative alle malattie croniche, alla riduzione degli accessi inappropriati nei pronto soccorsi per i codici bianchi e verdi e alla riduzione della spesa farmaceutica relativa a tre classi di alto consumo di farmaci.

Il secondo punto del progetto di potenziamento delle cure domiciliare prevede l’attivazione di 600 Centrali operative territoriali (COT), con la funzione di coordinare i servizi domiciliari con gli altri servizi sanitari, assicurando l’interfaccia con gli ospedali e la rete di emergenza. Le COT saranno dotate dei mezzi tecnologici per garantire il controllo remoto dei dispositivi di telemedicina forniti ai pazienti, e proprio la telemedicina è oggetto di un importante investimento economico, con l’obiettivo di migliorare la gestione dei pazienti cronici, in particolare over65.

La principale criticità della riforma consiste dalla permanenza del modello attuale delle cure domiciliari, limitato nell’intensità dell’intervento a domicilio (la media attuale è di 18 ore di assistenza all’anno per assistito), limitato nella durata dell’intervento (il 70% delle prestazioni attuali possono durare al massimo 90 giorni), non attenta al supporto degli atti della vita quotidiana degli assistiti (gli operatori diversi dagli infermieri e dai terapisti erogano solo 3 ore annue di assistenza domiciliare agli anziani).

Questo tipo di modello taglia fuori tutte le persone non autosufficientiche hanno necessità assistenziali di lunga durata e che possono essere assistiti a domicilio. Bisognerà poi mettere mano all’attuale grave carenza di infermieri e sopperire alla fine del finanziamento del progetto dal 2027, data in cui si esauriranno le risorse del PNRR dato che il reperimento di oltre un miliardo di euro per mantenere inalterate le attività domiciliari è demandato a improbabili risparmi provenienti da altri settori sanitari.


(Sintesi redatta da: Anna Costalunga)

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Autore (Cognome Nome)Pesaresi Franco
Casa Editrice, città
Collana
Anno Pubblicazione2022
Pagine5-8
LinguaItaliano
OriginaleSi
Data dell'articolo19000101
Numero2/2022
Fonte
Approfondimenti Online
FonteProspettive Sociali e Sanitarie
Subtitolo in stampaProspettive Sociali e Sanitarie, 2/2022, 2022, pp.5-8
Fonte da stampare(Sintesi redatta da: Anna Costalunga)
Volume
Approfondimenti
Pesaresi Franco
Attori
Parole chiave: Assistenza Domiciliare Servizi assistenziali Telesoccorso, telecontrollo