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Carrino Antonella

La Silver Economy. Uno sviluppo certo da definire nel “quanto” e nel “come”

06-12-2019

Dall’ultimo report della Commissione Europea ricaviamo che se la Silver Economy fosse uno Stato sovrano, la sua economia si posizionerebbe, per dimensioni, alle spalle solo di Stati Uniti e Cina. In totale, infatti, gli individui appartenenti a questo mondo hanno consumato, nel 2015, 3,7mila miliardi di euro in beni e servizi, contribuendo per 4,2 mila miliardi di euro al PIL europeo e sostenendo 78 milioni di posti di lavoro in tutta l’Unione. 

Numeri questi in costante crescita, stimata in un 5% annuo (superiore a tutte le grandi economie del mondo, eccetto Cina e India), principalmente per l’aumento della popolazione di riferimento che, nel 2025, si attesterà intorno ai 222 milioni di persone (42,9% del totale).

Definito il quanto, bisogna sviscerare le caratteristiche qualitative dell’aggregato Silver Economy che si distingue in due macro-categorie: quella degli “anziani-anziani”, riconducibili alle tematiche della non autosufficienza e della fruizione dei servizi sanitari, e quella degli “anziani giovani”. Questi ultimi rilevano dal punto vista dell’apporto che possono dare allo sviluppo economico perché godono di una salute psico-fisica che li pone nella condizione di vivere attivamente il loro tempo libero. Gli "anziani giovani", a loro volta, si possono suddividere fra quelli che vogliono continuare a rimanere nel mondo del lavoro e quelli che destinano il post-pensionamento al godimento del tempo libero. Il modo in cui queste due esigenze saranno agevolate da adeguate politiche per la terza età definirà i profili di sviluppo della Silver Economy nei prossimi anni. Per chi vuole continuare ad essere attivo nel lavoro sarebbe utile che gli Stati , invece che prevedere divieti di cumulo ( fra pensione e redditi da lavoro), favorissero il pieno dispiegamento delle loro capacità ed esperienze. Una modalità potrebbe essere quella di potenziare i compiti formativi  nelle  “Università della Terza Età”. Tra i dieci principi che rendono un’Università “age frendly”, ci sono il supporto alla volontà di iniziare una seconda carriera, l’apprendimento intergenerazionale e l’implicarsi attivamente nella comunità. E’ stato, infatti, dimostrato che dentro una azienda la convenienza economica di liberarsi di un senior per un giovane  non compensa la perdita di esperienza, non solo ma, come ha rilevato Barclays in UK, negli ultimi anni la proporzione degli over 55 che ha avviato una propria attività è cresciuta del 140%. 

Nel settore delle  start-up, quelle  avviate dagli olderpreneurs (older people and enterprice)sono sopravvissute più di quelle create dai più giovani. Gli over 55 che avviano nuove imprese, hanno infatti una competenza, un’esperienza, una rete di contatti ma anche più tempo e disponibilità economiche. Questo per gli anziani giovani che vogliono rimanere nel mondo del lavoro. Per quelli che vivono la “seconda giovinezza” come “consumatori” un ruolo preponderante lo rivestirà il cosiddetto Silver Tourism. Tutti i trend dimostrano una crescita costante degli over 50 che viaggiano o impiegano attivamente il loro tempo libero. Nello specifico, la Commissione parla di 140 milioni di turisti over 60 attesi in Europa nel 2030, il quadruplo di quelli del 2010; la maggior parte arriverà da Asia, poi Europa, Nord e Sud America. In pratica un raddoppio rispetto al 2013, quando hanno viaggiato 76 milioni di over 65. Inoltre, oltre l’80% dei turisti over 50 considera che almeno fino a 75 anni continuerà a viaggiare. 

Le loro preferenze sono state individuate nei segmenti di mercato dei viaggi di lusso, crociere, visite a familiari o amici, soggiorni in centri-benesseree beauty farm, viaggi culturali e turismo medico. L’offerta commerciale in questo ambito è ancora immatura e si affida prevalentemente a campagne di marketing che strizzano l’occhio a questa fascia di popolazione.

In generale, la Commissione Europea sta lavorando a una roadmap sul Silver Tourism per supportare le aziende nella conquista di questa opportunità di crescita. Soluzioni come migliori infrastrutture, trasporti accessibili, hotel age-friendly e tecnologiche inclusive, ma anche solo la previsione di una specifica assistenza medica nei pacchetti di viaggio, sono ancora esperienze isolate.

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Autore (Cognome Nome)Carrino Antonella
Casa Editrice, città
Collana
Anno Pubblicazione2019
Pagine
LinguaItaliano
Data dell'articolo19000101
Numero
Fonte
Approfondimenti Online
Subtitolo in stampa06-12-2019
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Approfondimenti
Carrino Antonella
Attori
Parole chiave: Atteggiamento verso invecchiamento Invecchiamento attivo Lavoro nella terza età Politiche riferite alla popolazione anziana Tempo libero, hobbies Turismo