Dal 7 di giugno in Canton Ticino, gli anziani ospiti delle residenze per la terza età possono lentamente tornare alla normalità.
Possono rivedere figli, nipoti, fratelli. Sentirsi come prima. O quasi. Perché le misure di protezione sono ancora molto stringenti.
Ma la richiesta per vedere i propri cari senza una barriera fisica in mezzo è enorme. «Riusciamo a riservare dai quindici ai venti momenti di visita al giorno» spiega Eliano Catelli, il direttore.
«Tutti gli spazi sono riservati per le prossime due settimane».
La visita di Ugo a mamma Esterina dura quindici minuti.
«Una grandissima emozione» ci racconta il figlio. Sono stati mesi duri, lunghi. Di isolamento, di solitudine, di incertezza.
«Mia mamma vive qui da qualche anno oramai. Si è costruita una bella cerchia di amicizie, anche fra il personale. Quando pensavo a lei, non la immaginavo sola, bensì circondata da persone. E così è stato. Ma poterla rivedere di persona dopo così tante settimane è stato molto bello».
Durante la fase più acuta della pandemia, molte case per anziani hanno vissuto momenti estremamente difficili. «Ma devo dire di non aver avuto paura» racconta ancora Ugo. «Il rischio c’era, è evidente. Ma del resto stiamo parlando di anziani, di persone comunque fragili».
(Sintesi redatta da: Anna Costalunga)