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"La casa come luogo di cura”: il racconto (e le richieste) di chi la vive ogni giorno

www.redattoresociale.it, 23-02-2021

Nel suo discorso al Senato, il neo premier Draghi ha fatto riferimento, tra l'altro, al ruolo dell'assistenza domiciliare integrata nella riforma sanitaria, durante la pandemia e non solo.

Un'esperienza vissuta, spesso con grandi difficoltà. “La casa può diventare prigione, se l'assistente non è adeguato o cambia ogni giorno”, ha dichiarato. Per il Premier, la 'casa come principale luogo di cura' è oggi possibile con la telemedicina e con l’assistenza domiciliare integrata (Adi). Ma quel trinomio, “assistenza domiciliare integrata”, è già realtà per chi ha in casa una patologia cronica, una disabilità grave, in altre parole una non autosufficienza. Un'esperienza tutt'altro che facile, un servizio tutt'altro che funzionante, una risorsa oggi tutt'altro che capace di sostenere efficacemente le persone che in quella casa vivono e “curano”. Senza gli adeguati sostegni, l'Adi è oggi solo un pericoloso meccanismo di delega.

E' quello che accade a Marina Cometto, mamma non più giovane di una figlia gravemente disabile ormai adulta. “Oggi l'assistenza domiciliare è un grande problema – racconta - Pazienti come mia figlia non possono essere affidati a badanti o Oss, che non possono fare manovre mediche, come aspirare con l'aspiratore chirurgico o usare un defribillatore, o il pallone ambu per rianimare, o somministrare ossigeno: ci vuole assistenza sanitaria, pagata dal Servizio sanitario nazionale, senza limiti di reddito, perché la sanità è gratuita per tutti. Invece, cosa succede? Succede che le famiglie, devono fare tutto, anche interventi sanitari”.

Nonostante ciò, difficilmente i caregiver si rivolgono alla legge e ai tribunali, per vedere riconosciuto il diritto a un'assistenza infermieristica domiciliare di più ore al giorno. La maggior parte soccombono, rassegnandosi a fare tutto, trasformandosi in medici, infermieri e tanto altro. Anche questa è solitudine: si fa perché si ama, ma di questo amore lo Stato non dovrebbe approfittare. Invece si dà per scontato che l’alternativa al ricovero in struttura resti l’immolazione. E per i caregiver anziani come Marina, questo è particolarmente faticoso e rischioso, perché il peso sulle spalle è davvero troppo pesante.

(Sintesi redatta da: Anna Costalunga)

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LinguaItaliano
OriginaleSi
Data dell'articolo2021-02-23
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Fontewww.redattoresociale.it
Approfondimenti Online
Subtitolo in stampawww.redattoresociale.it, 23-02-2021
Fonte da stampare(Sintesi redatta da: Anna Costalunga)
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Approfondimenti
Attori
Parole chiave: Assistenza Domiciliare Integrata Caregiver caregiving Disabilità, handicap