Iscrizione newsletter Chiudi

Registrati alla Newsletter, per essere sempre aggiornato.

* Campo obbligatorio

Indirizzo Email

*

Nome

Cognome

Tipologia Utente:

*
*
Carta d'Identità Centro Studi 50&Più Chiudi

Quezé Rita

La spinta (e la fatica) delle over 55. Negli uffici sono sempre di più

Il Corriere della Sera, 06-03-2016

C’è la generazione del rimpianto, cioè le trentenni che rinunciano ai figli perché tenere insieme tutto è troppo difficile. Ma c’è anche la generazione della rabbia rassegnata, le cinquanta-sessantenni. Donne che non si possono dimettere da nonne, né da figlie e né da madri. Questa è la categoria delle invisibili, stanche e sotto pressione. Perché da una parte il mondo del lavoro ti chiede di esserci, la riforma Fornero ha fatto salire in pochi anni l’età della pensione di vecchiaia da 60 anni a 66 e 7 mesi, ma a casa ci sono sia i nipoti che i genitori anziani tutti bisognosi di cure. L’effetto Fornero pesa in maniera diversa tra donne e uomini e le over50 sono aumentate: se nel terzo trimestre ‘95 erano donne il 27,3% degli over 65 al lavoro, oggi la quota è salita al 40,4%. Il fenomeno è comunque internazionale anche in Europa, Canada e Stati Uniti la situazione è simile. Ma in Italia le nuove regole della previdenza mettono le ultracinquantenni al lavoro davanti a un doloroso dilemma: se continuare il triplo ingaggio ufficio-nipoti-genitori anziani o mollare e tornare a casa. Chi accetta la seconda condizione usufruisce dell’«Opzione donna», introdotto come sperimentazione nel 2011, che ha permesso a 28 mila donne tra 2009 e 2014 di andare in pensione in anticipo (57 anni per le dipendenti e 58 per le autonome) ma con il sistema contributivo, cioè con una pensione più bassa del 30%. Nel 2015 la sperimentazione si è chiusa ma c’è chi la vorrebbe riaprire. «A monte di tutto resta il problema della non equa divisione dei compiti di cura — fa presente Claudio Lucifora, docente di Economia alla Cattolica di Milano — fino agli anni '80 e ai primi '90 si è avuta un’accelerazione nel riequilibrio dei compiti. Ora questo processo è inspiegabilmente rallentato». «Non contestiamo l’idea di una età della pensione uguale per tutti — sottolinea Marisa Montegiove, a capo del gruppo donne di ManagerItalia,— il problema è che si è arrivati a questo senza darci i servizi e i supporti necessari. E senza aver lavorato abbastanza sul tema della condivisione».

(Sintesi redatta da: Flavia Balloni)

TORNA ALLA PAGINA PRECEDENTE     AGGIUNGI AI PREFERITI     I MIEI PREFERITI
Autore (Cognome Nome)Quezé Rita
Casa Editrice, città
Collana
Anno Pubblicazione2016
Pagine
LinguaItaliano
OriginaleNo
Data dell'articolo2016-03-06
Numero
Fonte
Approfondimenti Online
FonteIl Corriere della Sera
Subtitolo in stampaIl Corriere della Sera, 06-03-2016
Fonte da stampare(Sintesi redatta da: Flavia Balloni)
Volume
Approfondimenti
Quezé Rita
Parole chiave: Ageism Crisi economica Diritti degli anziani Donna Rapporto figli adulti genitori anziani Sistema pensionistico