Secondo quanto emerge dal rapporto sulla salute dell’Ocse, Health at a Glance 2021, pubblicato il 9 novembre, l’aspettativa di vita della popolazione in Italia è calata di 1,2 anni durante la pandemia, passando da 83,6 anni nel 2019 a 82,4 anni nel 2020.
La pandemia di Covid-19 ha portato a un forte aumento della spesa sanitaria in tutta l’Ocse. Insieme alla riduzione dell’attività economica, il rapporto spesa sanitaria media/PIL è passato dall’8,8% nel 2019 al 9,7% nel 2020, nei Paesi Ocse. Quelli gravemente colpiti dalla pandemia hanno riportato aumenti senza precedenti. Il Regno Unito ha stimato un aumento dal 10,2% nel 2019 al 12,8% nel 2020, mentre la Slovenia ha anticipato che la sua quota di spesa per la salute aumenterà dall’8,5% a oltre il 10%.
La pandemia mette in evidenza la persistente carenza di operatori sanitari, sottolineando l’importanza di investire di più negli anni a venire per migliorare le cure primarie e la prevenzione delle malattie e rafforzare la resilienza e la preparazione dei sistemi sanitari. In effetti, il rapporto afferma che la spesa sanitaria continua a concentrarsi principalmente sulle cure curative piuttosto che sulla prevenzione delle malattie e sulla promozione della salute, e si spende molto di più per gli ospedali che per l’assistenza sanitaria di base.
Prima della pandemia, la spesa per la salute ammontava in media a oltre 4.000 USD a persona nei Paesi Ocse, raggiungendo quasi 11.000 USD negli Stati Uniti. I servizi ospedalieri e ambulatoriali costituiscono la maggior parte della spesa sanitaria, rappresentando in genere il 60% di tutta la spesa sanitaria. Sebbene il numero di medici e infermieri sia aumentato nell’ultimo decennio in quasi tutti i Paesi dell’Ocse, le carenze persistono. La mancanza di personale sanitario e di assistenza a lungo termine si sta rivelando un legame più vincolante rispetto ai letti e alle attrezzature ospedaliere, afferma ancora il rapporto.
(Sintesi redatta da: Anna Costalunga)