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Carrino Antonella

I pro e i contro del mondo interconnesso. L’attenzione: una merce rara

09-09-2019

I pro e i contro del mondo interconnesso. L’attenzione: una merce rara

Per la sociolinguista Vera Gheno, specializzata in Comunicazione mediata del Computer, docente all’Università di Firenze, l’impoverimento del linguaggio giovanile non è una verità assoluta. Per lei si tratta di una incomprensione intergenerazionale dovuta a un meccanismo evolutivo. I giovani affinano le proprie competenze più nella grammatica delle immagini che in quella testuale, esibendo abilità nel video editing superiori di anni luce rispetto ai propri genitori. Ascoltandoli parlare dei loro argomenti (sentimenti, tecnologia e musica) si scopre in realtà che hanno un vocabolario amplissimo. 

Come collettività (includendo tutte le generazioni) stiamo tuttavia perdendo dimestichezza con il nostro patrimonio culturale. Più a rischio, per la sociolinguista, sono i millenial (18-34 anni) che hanno un lessico molto rarefatto nei campi prediletti dagli adulti, come ad esempio, la politica. I ragazzi  tendono ad emanciparsi dai genitori e dai maestri, i cosiddetti “dinosauri”, attraverso nuove forme comunicative. Un meccanismo evolutivo sempre presente nella società umana, che in questa stagione di rivoluzioni tecniche e antropologiche ha assunto dimensioni impreviste, anche tra le persone mature. Non è un caso che gli over 50 scrivano su Facebook in modo infantile. La sensazione è che non sia davvero un’operazione di scrittura. Più che altro conta farsi capire. Con l’avvento dei social network chiunque ha un megafono in mano. 

Questo per quanto concerne la scrittura, ma l’impatto sulla lettura e sull’approfondimento delle notizie non è meno significativo. La Gheno riporta un dato tratto dalle rilevazioni Istat 2019: “Una famiglia su dieci non ha libri in casa. Quando sputiamo sui giovani dobbiamo ricordarci che siamo noi ad avergli fornito un certo modello di società”. Alcune ricerche recenti hanno evidenziato alcuni tratti di questo fenomeno.

Da una ricerca (Social Clicks: What and Who Gets Read on Twitter?) condotta da studiosi informatici francesi e americani   è emerso che il 59% dei link di articoli condivisi sui social media non vengono cliccati: in altre parole, chi rilancia notizie lo fa solo in base ai titoli, senza leggerle. Il co-autore della ricerca sostiene che sia tipico del consumo moderno dell’informazione: la gente si forma un’opinione in base a un riassunto, o meglio ancora in base a un riassunto di un riassunto. Lo scrittore Daniel Pennac sostiene che i lettori hanno il diritto di saltare le pagine di un libro. Perché allora non  leggere solo i titoli dei giornali? I social network e gli stessi stili di vita moderni portano giovani e anziani  a considerare l’attenzione sempre di più una merce rara. Così capita che  il 70% degli utenti Facebook legga solo i titoli delle notizie scientifiche prima di commentarle. E’ quanto emerge da un esperimento condotto dal sito di notizie satirico The Science Post  (Study: 70% of Facebook users only read the headline of science stories before commenting) che ha pubblicato un articolo composto da interi paragrafi di «lorem ipsum» (testo segnaposto, puramente riempitivo, utilizzato da grafici, designer, programmatori e tipografi) con un titolo che catturava l’attenzione tanto da essere condiviso decine di migliaia di volte. A quanto pare decine di migliaia di persone non se ne sono accorte!.

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Autore (Cognome Nome)Carrino Antonella
Casa Editrice, città
Collana
Anno Pubblicazione2019
Pagine
LinguaItaliano
Data dell'articolo19000101
Numero
Fonte
Approfondimenti Online
Subtitolo in stampa09-09-2019
Fonte da stampare
Volume
Approfondimenti
Carrino Antonella
Attori
Parole chiave: Cultura e informazione: fruizione e richiesta Differenze dovute ad età, sesso, razza, ecc. Social Network