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Galli Andrea

Gli anziani sono le nostre radici

Avvenire, 27-07-2021, p.17

Gli anziani sono le nostre radici

Domenica 25 luglio è stata la prima Giornata mondiale dei nonni e degli anziani,  istituita da papa Francesco in prossimità della festa dei santi Gioacchino e Anna, nonni di Gesù. Nell’omelia il Pontefice argentino, commentando il miracolo di Gesù che sfama la folla con cinque pani d’orzo e i due pesci, si è soffermato su tre momenti e tre verbi: vedere, condividere, custodire.

Vedere: «Gesù alza gli occhi e vede la folla affamata», il suo «è uno sguardo attento, che si accorge di noi, che scruta le attese che portiamo nel cuore, che scorge la fatica, la stanchezza e la speranza con cui andiamo avanti». Ma «è anche lo sguardo che i nonni e gli anziani hanno avuto sulla nostra vita. È il modo con cui essi, fin dalla nostra infanzia, si sono presi cura di noi. Dopo una vita fatta di sacrifici, non sono stati indifferenti con noi o indaffarati senza di noi. Hanno avuto occhi attenti, colmi di tenerezza». Da qui il richiamo: «E noi, quale sguardo abbiamo verso i nonni e gli anziani? Quand’è l’ultima volta che abbiamo fatto compagnia o telefonato a un anziano per dirgli la nostra vicinanza e lasciarci benedire dalle sue parole? Soffro quando vedo una società che corre, indaffarata e indifferente, presa da troppe cose e incapace di fermarsi per rivolgere uno sguardo, un saluto, una carezza».

Secondo verbo, condividere: «Gesù desidera sfamare quelle persone. Ma ciò avviene grazie al dono di un giovane ragazzo, che offre i suoi cinque pani e i due pesci. È bello che al centro di questo prodigio, di cui ha beneficiato tanta gente adulta ci sia un ragazzo, un giovane, che condivide quello che ha».

«Oggi – ha continuato il Papa – c’è bisogno di una nuova alleanza tra giovani e anziani, c’è bisogno di condividere il tesoro comune della vita, di sognare insieme, di superare i conflitti tra generazioni per preparare il futuro di tutti».

Terzo verbo, custodire: «Così è il cuore di Dio – ha scritto sempre Francesco – non solo ci dona più di quanto abbiamo bisogno, ma si preoccupa anche che nulla vada perduto, nemmeno un frammento». Allora anche noi «non perdiamo la memoria di cui gli anziani sono portatori, perché siamo figli di quella storia e senza radici appassiremo. Essi ci hanno custoditi lungo il cammino della crescita, ora tocca a noi custodire la loro vita, alleggerire le loro difficoltà, ascoltare i loro bisogni, creare le condizioni perché possano essere facilitati nelle incombenze quotidiane e non si sentano soli».

(Sintesi redatta da: Anna Costalunga)

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Autore (Cognome Nome)Galli Andrea
Casa Editrice, città
Collana
Anno Pubblicazione2021
Pagine17
LinguaItaliano
OriginaleSi
Data dell'articolo2021-07-27
Numero
Fonte
Approfondimenti Online
FonteAvvenire
Subtitolo in stampaAvvenire, 27-07-2021, p.17
Fonte da stampare(Sintesi redatta da: Anna Costalunga)
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Approfondimenti
Galli Andrea
Attori
Parole chiave: Famiglia Rapporti intergenerazionali Rapporto nonni nipoti