La malattia, che interessa in media il 3% della popolazione con più di 40 anni di età, rappresenta la seconda causa di cecità nel mondo dopo la cataratta. Si prevede che il numero di persone affette da glaucoma nel mondo aumenterà dagli attuali 64 milioni a 76 milioni nel 2020 e a 112 milioni nel 2040. Si calcola che in Italia circa un milione di persone ne siano affette, ma una persona su due ancora non lo sa. È buona norma, per chi ha più di 40 anni, sottoporsi a un controllo oculistico che comprenda anche la misurazione della pressione oculare. Un momento ideale è rappresentato dall’insorgenza della presbiopia. Altri fattori di rischio sono la familiarità, la miopia elevata e le terapie protratte con farmaci cortisonici. Anche se la pressione oculare resta il sintomo più evidente del glaucoma, circa il 30% dei pazienti non ha un’alterazione dei valori pressori. Le ricerche hanno ormai appurato, infatti, che alla base di questa malattia c’è anche lo stress ossidativo tanto da farla considerare una malattia neurodegenerativa al pari di Alzheimer e morbo di Parkinson. "Gli occhi sono particolarmente sottoposti a condizioni di stress ossidativo - sottolinea il prof. Salvatore Cillino, direttore dell’Unità di Oculistica dell’Ospedale di Palermo - perché sono esposti alla luce, all’ossigeno e alle sostanze irritanti presenti nell’aria. Questo determina la comparsa, o l’anticipazione, di condizioni quali la secchezza oculare, la cataratta ed il glaucoma. In quest’ultimo caso lo stress ossidativo è in grado di indurre l’apoptosi (indica una forma di morte cellulare) delle cellule ganglionari, ovvero la morte delle fibre che costituiscono il nervo ottico. Tutto ciò spiega perché la riduzione della pressione intraoculare non è sufficiente a prevenire l’insorgenza del glaucoma in tutti i soggetti a rischio e non riesce ad arrestarne la progressione in tutti i soggetti già malati”. Si tratta di contrastare il danno ossidativo con la neuroprotezione. Il Coenzima Q10, noto anche come ubiquinone, è considerato una delle molecole più promettenti. "Alcuni studi clinici - prosegue l'esperto - hanno dimostrato che esercita un’attività neuroprotettiva ed è stato ampiamente studiato in varie forme di neurodegenerazione come la malattia di Parkinson, il morbo di Alzheimer e la corea di Huntington. Il coenzima Q10 è oggi riconosciuto dalla comunità scientifica come un possibile approccio di supporto nel contrastare i complessi meccanismi di danno neuronale causati dal glaucoma”. Fino ad oggi il Coenzima Q10 veniva utilizzato sotto forma di collirio oculare senza conservanti ma,di recente, si è resa disponibile anche la formulazione orale da assumere due volte al giorno. Si tratta di una novità importante visto che l’aderenza alla terapia farmacologica dei pazienti con glaucoma viene spesso messa a dura prova dalla necessità di effettuare numerose instillazioni giornaliere con un rischio elevato di discontinuità del trattamento.
(Fonte: tratto dall'articolo)