Come riporta l’agenzia Dire, la rivista The Lancet ha denunciato, nel numero di giugno, il silenzio e lo stato di abbandono che caratterizzano questa fase della vita delle donne in molte società e nei loro sistemi sanitari. “Si stima che i sintomi tra cui vampate di calore, mestruazioni irregolari, sudorazione notturna, riduzione del desiderio sessuale, disturbi dell’umore e ansia, scarso rendimento cognitivo e problemi di sonno colpiscano oltre il 75% delle donne. Sebbene solo un quarto di queste presenti sintomi gravi - spiegano gli studiosi - che di solito sono temporanei, l’impatto fisico, emotivo e psicologico sulla qualità della vita, delle relazioni e del lavoro può essere enorme”.
Un sondaggio del Regno Unito condotto su oltre 4.000 donne in perimenopausa e menopausa, rivela anche che “quasi la metà (45%) delle donne non ha mai parlato con il proprio medico di base dei propri sintomi, mentre il 31% ha affermato di aver richiesto più appuntamenti con il proprio medico prima che le siano stati correttamente diagnosticati”. La menopausa incide negativamente sulle carriere: una donna su dieci ha lasciato il lavoro a causa della menopausa. Eppure, le donne in età menopausale danno un enorme contributo alla forza lavoro, rappresentando quasi il 50% del lavoro retribuito in alcuni paesi e circa il 70% del lavoro non retribuito.
Lo stesso sondaggio evidenzia che solo il 39% delle donne ha affermato di aver ricevuto immediatamente una terapia ormonale sostitutiva (TOS) nel momento in cui il medico di famiglia o l’infermiere hanno saputo che stava attraversando la menopausa. Come mai una percentuale così bassa? “Nel Regno Unito - spiega la rivista scientifica - secondo la guida NICE la terapia ormonale sostitutiva dovrebbe essere il primo trattamento offerto ma, a seguito di una discussione sui rischi e benefici, non viene sempre seguita. Molte donne non sono in grado di ricevere le cure di cui hanno bisogno a causa della scarsità di forniture.
Altre sono preoccupate per gli eventi avversi associati alla terapia ormonale sostitutiva e sono riluttanti ad assumere farmaci”. La mancanza di opzioni terapeutiche per i sintomi della menopausa “rischia di portare le pazienti nelle mani di un’industria del benessere che difficilmente sarà guidata dalla scienza- denuncia ancora The Lancet - utilizzando prodotti che non sono basati sull’evidenza”. Una dichiarazione congiunta della British Menopause Society, del Royal College of Obstetricians and Gynaecologists e della Society for Endocrinology ha sottolineato la necessità di un approccio olistico e individualizzato alle donne in menopausa. Gli operatori sanitari dovrebbero avere una formazione obbligatoria per garantire che vengano seguite le migliori pratiche. I luoghi di lavoro devono creare una cultura aperta, inclusiva e solidale riguardo alla menopausa. Orari flessibili, controllo della temperatura, acqua fredda e manager addestrati ad avere conversazioni delicate sul lavoro con dignità e rispetto possono fare una grande differenza.
(Sintesi redatta da: Anna Costalunga)