Il Governo e le comunità hanno avviato un dibattito sui criteri minimi che i servizi assistenziali devono soddisfare, a cominciare dalle residenze per anziani. Se avrà successo, porterà a un sistema di valutazione e controllo più rigoroso. Secondo quanto concordato, inoltre,verranno regolati diversi aspetti: oltre alla valutazione dell’indice di soddisfazione dei residenti, dovranno essere stabiliti, tra gli altri, i rapporti tra i lavoratori e requisiti di qualificazione del personale. L'obiettivo è che non siano gli anziani e le persone con disabilità ad adattarsi al modo di vivere nelle residenze, ma che queste si adattino il più possibile a loro, che i centri assomiglino molto di più al concetto di casa e molto meno a quello di istituzione.
L'accordo deve prevedere un sistema pubblico di valutazione della qualità della vita degli utenti, i cui risultati saranno - questa è la novità - pubblici; orientarsi verso il modello dell'assistenza centrata sulla persona e assicurarsi che le residenze siano suddivise in unità di convivenza. La trattativa è ancora nella fase iniziale, ma un documento di lavoro presentato dal Ministero dei diritti sociali alle autonomie delinea la tabella di marcia: promuovere la convivenza nell'ambiente in cui si trovano i centri, rispettare le storie di vita dei residenti, aumentare la loro partecipazione, pevedere visite gratuite per i parenti, e così via.
Secondo il documento, le RSA devono essere divisi in piccole unità di convivenza, con un numero di anziani da decidere, avere un aspetto anche esteriore "simile ad una casa", con un soggiorno, una cucina, un bagno e una sala da pranzo, a disposizione loro e dei familiari.
Si propone inoltre di migliorare i rapporti dell'organico, da calcolarsi in ore lavorative intere per 10 residenti o per unità abitativa e non in persone assunte (c'è molta parzialità nel settore), differenziandotra le ore di sostegno durante il giorno e notte, oltre a definire il rapporto di coloro che assistono i residenti nelle attività quotidiane.
(Sintesi redatta da: Anna Costalunga)