Un cerimonia a Torino per dare quell'addio che non si è potuto pronunciare.
I familiari delle vittime del Covid hanno potuto riunirsi in una sorta di "bolla" familiare con le distanze necessarie per salutare i propri cari.
E' stato organizzato dalla Socrem, la società che si occupa delle cremazioni cittadine, per cercare di risarcire queste persone del momento dell'addio che hanno perduto.
Nel Giardino della serenità, all'interno del tempio crematorio del cimitero monumentale. I familiari dei defunti sono disposti su una collinetta, divisi in piccole "bolle", con un sottofondo di musica classica. Sono stati letti durante i sabati di ottobre, divisi in turni, i 1680 nomi delle donne e uomini morti e cremati dal 23 febbraio al 4 maggio, quando le cerimonie funebri erano vietate. Purtroppo per le restrizioni contenute nell'ultimo Dpcm l'ultima cerimonia è saltata.
A disposizione dei parenti è stata messa una teca di vetro "Le parole che non ti ho detto" in cui i parenti possono mettere i fogli di carta ripiegati in cui esprimono i loro pensieri per coloro che non ci sono più. Ricordi, pensieri, disegni e poesie, di cui alcuni sono letti il primo novembre in una cerimonia con le autorità e trasmessi in streaming per i familiari.
A imperituro ricordo c'è anche una lapide, con una poesia dedicata alle "morti sospese": «Ci hanno lasciato in solitudine / Senza il conforto di un ultimo addio / Serva questo ricordo a risarcire loro / E tutti quelli che li amarono».
(Sintesi redatta da: Balloni Flavia)