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Pancera Nicla

"Discriminati per l’Alzheimer"

La Stampa, 12-05-2020, p.30

Paola Barbarino, amministratore delegato di Adi, Alzheimer Disease International, federazione internazionale di 100 associazioni che nel mondo si occupano di demenza, spiega come l'emergenza coronavirus abbia fatto ancor più emergere le discriminazioni e l'ignoranza verso chi soffre di demenza.

Dal Rapporto Alzheimer 2019 emerge che nel mondo il 62% del personale medico e infermieristico, non sa che Alzheimer e demenza sono malattie, e le considerano un declino dovuto all'età. Per questo sono pochissime le diagnosi e si prova stigma e paura rispetto alla malattie. Mentre è fondamentale che le famiglie capiscano quale ne sia il decorso e siano aiutate in modo pratico e psicologico dopo la diagnosi.
Oltretutto, secondo Katrin Seeher dell'Oms la riduzione di stimoli, contatti sociali e attività fisica a cui vengono sottoposti i malati di demenza, fanno aumentare la patologia e il numero di malati. Ora bisogna intervenire perché questo lungo periodo di isolamento ha portato in molti casi a gravi deterioramenti. Bisogna ripartire con i "servizi faccia a faccia".

In Italia ci sono già 26 «Comunità Amiche», create dalla Federazione Alzheimer, ma ancora di possono trovare nuove e diverse soluzioni per i malati. Il piano Alzheimer italiano è sulla carta ormai da anni, ma non è ancora stato finanziato perché ritenuto troppo oneroso. Questo perché, ribadisce Adi, non si tiene conto dei costi nascosti della malattia, come ad esempio, della perdita di produttività di chi assiste un malato. E comunque è dovere di ogni Stato assistere i propri concittadini che soffrono di demenza.

Il Covid rischia di rallentare i progressi fatti da molte nazioni rispetto ai piani sulle demenze. Anche perché alcuni Paesi hanno operato una discriminazione nell'accesso al trattamento in base all'età e, come avviene in Gran Bretagna, in caso di demenze il trattamento perde lo status di priorità. L'emergenza Covid ha fatto emergere il livello di impreparazione dei governi rispetto a come percepiscono i diritti degli anziani.

Per questo motivo l'Adi intende agire, mostrando queste lacune, per poter arrivare a migliorare la vita di chi soffre di demenza e dei loro caregiver.

(Sintesi redatta da: Balloni Flavia)

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Autore (Cognome Nome)Pancera Nicla
Casa Editrice, città
Collana
Anno Pubblicazione2020
Pagine30
LinguaItaliano
OriginaleSi
Data dell'articolo2020-05-12
Numero
Fonte
Approfondimenti Online
FonteLa Stampa
Subtitolo in stampaLa Stampa, 12-05-2020, p.30
Fonte da stampare(Sintesi redatta da: Balloni Flavia)
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Approfondimenti
Pancera Nicla
Attori
Parole chiave: Ageism Malattia di Alzheimer