Un uomo di 63 anni è al telefono con sua madre, che è in piedi a pochi metri di distanza, sul lato opposto di una finestra di una residenza per anziani a Bunkyo Ward, Tokyo, dove vive.
"Cosa vorresti fare?" le chiede l’uomo.” Voglio uscire", risponde sua madre di 88 anni.
Il Ministero della salute giapponese ha emesso un avviso a febbraio ai governi locali raccomandando che le case di cura e altre strutture di questo tipo limitino le visite a causa dell'epidemia di coronavirus.
Da quando è stato emesso l'avviso, sono state trovate persone 35 infette in una struttura a Matsudo, nella prefettura di Chiba, 14 delle quali sono morte.
Il ministero ha sollecitato la continuazione di questa misura anche dopo che lo stato di emergenza è stato revocato il 25 maggio.
Cinquantasei persone di età compresa tra 67 e 102 vivono presso la struttura Bunkyo Ward, che è stata chiusa a tutti, tranne al personale e ai medici, dalla fine di febbraio.
I residenti possono rilassarsi e fare esercizio fisico al sole sui balconi, ma non da circa 3 mesi e mezzo non escono dalla struttura.
Le famiglie hanno espresso preoccupazione per la salute dei residenti.
In risposta, la struttura li ha tranquillizzati al telefono, inviando anche lettere con immagini che mostrano il loro buono stato.
In passato, l’assistenza era garantita da 25 operatori, ma il numero di personale è stato ridotto a circa una dozzina per ridurre il rischio di ingresso del virus nella struttura.
Anche dopo che lo stato di emergenza è stato revocato, i membri dello staff hanno evitato spostamenti non essenziali.
(Sintesi redatta da: Anna Costalunga)