Il coronavirus non lascia danni a livello del microcircolo sanguigno, elemento sotto osservazione dei ricercatori per il coinvolgimento del virus in fenomeni di microtrombi.
E non ha strascichi neanche sulla vista.
A confermarlo Stanislao Rizzo, direttore dell'unità di Oculistica, Fondazione Policlinico Gemelli Irccs, che anticipa il risultato emerso dai dati preliminari, raccolti sui pazienti guariti nell'ambulatorio post Covid del Gemelli, diretto da Francesco Landi - direttore dell'unità operativa complessa di riabilitazione geriatrica del Gemelli e docente di Medicina interna e geriatria all’università Cattolica.
In particolare l'equipe del Gemelli ha escluso danni alla vista anche se molti pazienti hanno lamentato una riduzione della visione da vicino dopo la guarigione.
"Non ci sono conferme scientifiche. E' ipotizzabile, considerata l'età media elevata dei pazienti, che la malattia - pesante, di lunga durata, trattata a volte con farmaci importanti - possa avere accelerato una variazione dell'accomodazione della visione da vicino propria dell'età. Ma come accade in tutti gli stress fisici, non come danno specifico del virus.
Non possiamo dimenticare che il Covid 19 è una malattia importante", aggiunge Rizzo che con la sua équipe in uno studio precedente, su 100 pazienti con infezione conclamata, ha anche ridimensionato l'allarme sulla trasmissione attraverso la congiuntiva. "Si tratta di un fenomeno limitato, una forma di trasmissione abbastanza difficile. Abbiamo infatti riscontrato la presenza del virus solo sul 5% delle congiuntive dei pazienti".
(Sintesi redatta da: Anna Costalunga)