Iscrizione newsletter Chiudi

Registrati alla Newsletter, per essere sempre aggiornato.

* Campo obbligatorio

Indirizzo Email

*

Nome

Cognome

Tipologia Utente:

*
*
Carta d'Identità Centro Studi 50&Più Chiudi

Bianchi Giulio

Che fine fanno gli anziani? Bioetica sociale

L'Amico del Popolo, 17, CXII, 2020, p.10

Gli anziani vivono “troppo”? L’argomento “che fine fanno gli anziani” è continuamente evocato. Molti anziani se ne sono andati e se ne vanno. Difficile dire che è un bene il loro frequente andarsene in questa situazione.

Nell’estate scorsa, a Christine Lagarde è stata attribuita l’affermazione (datata 2012) «Gli anziani vivono troppo e sono pericolosi per l’economia mondiale». Luca Mastinu fa notare che Lagarde aveva detto «Se la vita media nel 2050 si allungherà di 3 anni in più di quanto previsto oggi, il già ampio costo dell’invecchiamento della popolazione aumenterà del 50%». Una previsione economica, dunque. Ma oggi come oggi l’economia influenza come non mai l’ethos collettivo, il comune atteggiarsi e pensare intorno a ciò che è buono o cattivo. “Abusivi della vita”. E il rischio che l’andarsene degli anziani sia considerato alla fine positivo è quanto mai reale. Lo percepiscono non pochi anziani nel momento in cui maturano l’idea di essere “abusivi della vita”: un peso, un problema, un impaccio; magari. anche un inestetismo, qualcosa di sgradevole a vedersi.

E’ l’odierno “credo utilitarista”, il suo dogma fondamentale suona così: «Una vita senza piaceri e prestazioni non vale la pena» di essere vissuta. Forse è per questo che Giulio Meotti su Il Foglio ha potuto titolare «Oltre le inchieste. in tutta Europa gli anziani sono accompagnati alla morte. Niente ipocrisia, abbiamo costruito noi questa rupe Tarpea». Meotti cita documenti e prassi “selettive” in Spagna, Olanda, Francia, Svezia. Emblematico il caso inglese raccogliendo questa denuncia della conservatrice Ros Altmann, ex ministro per le pensioni sotto David Cameron: «Gli anziani vengono abbandonati come agnelli nel mattatoio. Non ho mai visto nulla di simile. Stiamo abbandonando gli anziani perché le loro vite non valgono quanto quelle dei giovani».
«In Francia - scrive Meotti - ha scatenato non poche polemiche la decisione di concedere per decreto, l’uso anche a casa e negli istituti di riposo del farmaco rivotril, usato nelle terapie palliative per malati terminali. L’organizzazione Jeune Médecins denuncia che “la somministrazione di questa molecola a un paziente affetto da Covid-19 ha l’effetto di portare a una sedazione terminale che provoca la morte”». E in Italia? Il problema del “dove vanno a finire gli anziani” non è affatto ignoto, tanto che in un suo parere datato 15 aprile il Comitato Nazionale di Bioetica «riconosce il criterio clinico come il più adeguato punto di riferimento, ritenendo ogni altro criterio di selezione, quale ad esempio l’età, il sesso, la condizione e il ruolo sociale, l’appartenenza etnica, la disabilità, la responsabilità rispetto a comportamenti che hanno indotto la patologia, i costi, eticamente inaccettabile».

(Fonte: tratto dall'articolo)

TORNA ALLA PAGINA PRECEDENTE     AGGIUNGI AI PREFERITI     I MIEI PREFERITI
Autore (Cognome Nome)Bianchi Giulio
Casa Editrice, città
Collana
Anno Pubblicazione2020
Pagine10
LinguaItaliano
OriginaleNo
Data dell'articolo19000101
Numero17
Fonte
Approfondimenti Online
FonteL'Amico del Popolo
Subtitolo in stampaL'Amico del Popolo, 17, CXII, 2020, p.10
Fonte da stampare(Fonte: tratto dall'articolo)
VolumeCXII
Approfondimenti
Bianchi Giulio
Attori
Parole chiave: Fine vita