Un uomo ha tolto la vita al fratello e poi a se stesso e nel biglietto lasciato per spiegare il gesto, il riferimento è all'impossibilità di continuare ad assisterlo e l'imminente ricovero in una Rsa. Ma “la causa ha un nome preciso: 'caregiver bourden'; ci sono degli studi scientifici che lo descrivono”, ricorda l'associazione Genitori Tosti. In italiano, è il “fardello”, il peso, la fatica che il caregiver deve sopportare ogni giorno. "Il riconoscimento del ruolo del caregiver familiare, la sua tutela e il necessario e adeguato supporto socio-sanitario ed economico-finanziario come vero e proprio lavoratore non può più attendere – commenta l'associazione -.
Le responsabilità di evitare il ripetersi di questi tragici fatti sono nelle mani del Governo e del Parlamento. Per questo chiediamo, con repentina responsabilità, che il Governo e il Parlamento italiano pongano definitivamente mano all'iter del ddl sul riconoscimento del caregiver familiare italiano come lavoratore e dispongano tutti i servizi che la nostra associazione ha sempre elencato essere necessari affinché chi presta assistenza al proprio familiare non sia lasciato mai solo". L'opinione pubblica e chi si occupa di questi casi (forze dell'ordine, magistrati, assistenti sociali, etc) devono aver ben chiaro il fenomeno e non derubricarlo a gesto dettato dalla disperazione o da un raptus, in attesa di creare la legge nazionale sul caregiver familiare.
(Sintesi redatta da: Anna Costalunga)