Centinaia di migliaia di lavoratori delle case di cura inglesi potrebbero dover firmare nuovi contratti di lavoro. Secondo il governo britannico, finora solo i due terzi circa dei lavoratori delle case di cura hanno aderito alla campagna vaccinale. Il Daily Telegraph ha rivelato la scorsa settimana che ai lavoratori delle case di cura potrebbe essere richiesto di partecipare per legge, grazie ad una storica modifica normativa.

Il governo si vede obbligato ad agire a causa dell'allarme dovuto alla scarsa diffusione dei vaccini da parte del personale nelle case di cura, proprio laddove vive la gran parte delle persone esposte al rischio. Solo un quarto delle case di cura londinesi e la metà di quelle sparse per l'Inghilterra hanno infatti raggiunto il livello di vaccinazione -  tra il personale e i residenti -  ritenuto sicuro. Tuttavia, il problema è che qualsiasi cambiamento possa richiedere mesi a causa dell'obbligo di modifica deicontratti in essere.

Il dibattito è iniziato alla Camera dei Comuni, dove da più parti si chiede che "i contratti siano riscritti se le vaccinazioni dovessero divenire obbligatorie". Anche se ciò suscita numerose polemiche, particolarmente tra i deputati conservatori. Uno di loro, William Wragg, si è domandato se sia concepibile che il proprietario di una casa di cura dicaai propri lavoratori “Se non ti vaccini, sarai licenziato”.

Ma chiedere a più di un milione di operatori sanitari nel Regno Unito di firmare nuovi contratti di lavoro potrebbe presentare sfide logistiche. Un ministro di Gabinetto ha detto che ci vorrà tempo per modificare tutti i contratti esistenti e che comunque dovrebbero essere previste esenzioni mediche per coloro che non possono essere vaccinati. In Parlamento si sottolinea un chiaro interesse per la salute pubblica nell'assicurarsi che le persone che lavorano nelle case di cura siano vaccinate - sia i residenti che i lavoratori. Ci sono chiare prove, si sottolinea da più parti, che se si vaccina l'80% del personale e il 90% dei residenti, le strutture locali possono definirsi sicure ai fini del Covid.