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Bisogna investire nell’assistenza agli anziani e nelle politiche di conciliazione vita-lavoro

www.secondowelfare.it, 14-09-2021

Franca Maino, a capo del Laboratorio Percorsi di secondo welfare, in un'intervista per la Fondazione Alberto Sordi parla dei possibili sviluppi futuri del welfare in Italia. Il Laboratorio di ricerca (legato all’Università degli Studi di Milano) si occupa delle trasformazioni dei sistemi di welfare con una particolare attenzione al contributo che anche attori non pubblici (organizzazioni non profit ma anche imprese, parti sociali, assicurazioni) possono fornire per contribuire al rinnovamento dei sistemi di protezione sociale. Con il termine “secondo welfare” si intende l’insieme di interventi che si affiancano a quelli garantiti dal settore pubblico – il “primo welfare” – per offrire risposte innovative ai bisogni sociali che interessano le persone e le comunità. Si tratta di interventi realizzati tramite risorse di natura privata di una moltitudine di attori. Questi agiscono spesso in reti locali, ma sono anche aperte alle collaborazioni per fornire mix di protezione e investimenti sociali.

Gli anziani che invecchiano, sostiene Maino, non necessariamente in buona salute e sempre più soli, generano bisogni di conciliazione per le famiglie, per le imprese e per il welfare locale. Gli anziani, soprattutto nella fascia d’età tra i 65 e i 75-80 anni, possono però rappresentare una risorsa rispetto ai bisogni di conciliazione delle famiglie, oltre che per la comunità. Proprio i nuovi bisogni delle famiglie stanno contribuendo a ridefinire il ruolo degli anziani in quanto nonni. L’invecchiamento demografico e la trasformazione della struttura familiare che sta portando ad un numero sempre più alto di famiglie di piccole dimensioni – perché il numero dei componenti continua a diminuire – mettono in guardia sul fatto che la cosiddetta generazione sandwich (madri che si trovano a sostenere carichi di cura verso i figli e al contempo verso i genitori) sembra allungarsi fino ad inglobare i nonni e le nonne (ancora giovani o comunque attivi), che hanno sempre più compiti di cura verso i nipoti, i figli e i genitori molti anziani, quei “grandi vecchi” il cui numero è in aumento anche nel nostro Paese.

Una generazione di anziani che, nonostante l’età, si vede costretta ad occuparsi della casa, della cura dei nipoti e dell’assistenza ai genitori, i bis-nonni, non più autosufficienti. Oggi sta quindi crescendo una variante della generazione sandwich che coinvolge un’ampia fetta di popolazione tra i 55 e i 75 anni con nipoti, figli e genitori, intorno a cui finisce per ruotare la capacità di conciliazione delle famiglie. Rispetto a questa sfida, avverte, è necessario investire su due fronti: da un lato sulla prevenzione del decadimento fisico e cognitivo attraverso politiche di invecchiamento attivo e dall’altro rafforzare nel nostro Paese le politiche di conciliazione così da sollevare gli anziani da compiti di cura che non spetterebbero loro.

(Sintesi redatta da: Anna Costalunga)

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LinguaItaliano
OriginaleSi
Data dell'articolo2021-09-14
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Fontewww.secondowelfare.it
Approfondimenti Onlinehttps://www.secondowelfare.it/primo-welfare/franca-maino-serve-investire-nellassistenza-agli-anziani-e-nelle-politiche-di-conciliazione-vita-lavoro/
Subtitolo in stampawww.secondowelfare.it, 14-09-2021
Fonte da stampare(Sintesi redatta da: Anna Costalunga)
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Parole chiave: Grandi vecchi Welfare