Notoriamente, più si va avanti con l’età, più diventa rischioso sottoporsi ad un intervento chirurgico. La la storia di Evelyn Cotter, una signora inglese che a 92 anni è stata recentemente operata per un cancro al colon, dimostra che non sempre è così, o meglio che, una volta calcolati tutti i rischi possibili, e nei casi in cui non operarsi potrebbe compromettere l’esistenza stessa del paziente, sarebbe auspicabile procedere.
Cinque anni fa, il Servizio Sanitario inglese aveva addirittura parlato di una vera e propria discriminazione dovuta all'età, nei confronti dei pazienti anziani ricoverati, dei quali almeno 14.000 morivano ogni anno, in quanto veniva loro rifiutata la possibilità di un intervento chirurgico. Naturalmente l’equipe medica deve essere specializzata in geriatria e contestualmente si richiede all’anziano la massima collaborazione con il chirurgo; ad esempio, spesso molti anziani si preoccupano per eventi medici avvenuti nel corso della loro vita che però hanno in effetti una bassa incidenza sulla buona riuscita dell’operazione, procludendosi, così, la possibiltà di guarire.
Tuttavia, rimangono casi ben precisi nei quali l’impiego della chirurgia rimane non auspicabile, come nel caso del paziente sofferente di Alzheimer. Questo disturbo, infatti, può essere peggiorato dall’impiego dell’anestesia, che aumenta il senso di disorientamento, già dovuto al ricovero in sé, e contribuisce ad una regressione della sua facoltà mnemonica.
(Sintesi redatta da: Anna Costalunga)