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Ovadia Daniela

Anziani al volante

Le Scienze Mente & Cervello, 141, 2016, 2016, pp.62-67

Il numero di anziani con la patente raddoppia ogni 10 anni per via dell’invecchiamento della popolazione. Chi guida deve avere forza muscolare, velocità e coordinazione nei movimenti sufficiente a rispondere a sollecitazioni improvvise, ma soprattutto funzioni cognitive superiori intatte. Valutare l'idoneità alla guida, specie nelle persone anziane, è però molto difficile. L’US National Highway Traffic Safety Administration (ente statunitense per la sicurezza autostradale) segnala che circa il 4 per cento degli over 75 al volante è affetto da demenza e circa il 20/30 per cento di coloro che hanno una diagnosi di demenza iniziale continua a guidare. Uno studio pubblicato nel 2005 da David Ragland dell’Università della California a BerKeley dimostra, d'altro canto, che smettere di guidare provoca depressione anche grave e isolamento sociale, diventando a sua volta un fattore di rischio per la perdita delle capacità cognitive.  Il danno per il singolo dovrebbe essere visto alla luce del rischio per l’individuo stesso e per la collettività che potrebbe però mettere in atto strategie di mobilità assistita che limitino l’impatto della perdita di autonomia.   

(Sintesi redatta da: Angela Miuccio)

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Autore (Cognome Nome)Ovadia Daniela
Casa Editrice, città
Collana
Anno Pubblicazione2016
Pagine62-67
LinguaItaliano
OriginaleNo
Data dell'articolo19000101
Numero141
Fonte
Approfondimenti Online
FonteLe Scienze Mente & Cervello
Subtitolo in stampaLe Scienze Mente & Cervello, 141, 2016, 2016, pp.62-67
Fonte da stampare(Sintesi redatta da: Angela Miuccio)
Volume2016
Approfondimenti
Ovadia Daniela
Parole chiave: Funzioni cognitive Guida automobilistica