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Perucci Giovanna

Anche le badanti invecchiano

Welfare Oggi, 3/2023, 2024, pp.31-37

L’Istituzione Gian Franco Minguzzi di Bologna, nell’ambito del gruppo di lavoro “Anziani attivi”, ha promosso una ricerca per conoscere le caratteristiche delle assistenti familiari straniere in età avanzata attive sul territorio metropolitano. Le pensioni molto basse maturate nel Paese di origine e la tardiva regolarizzazione contrattuale vissuta da queste donne in Italia formano un connubio problematico di precarietà economica presente e futura. Il fenomeno delle assistenti familiari immigrate che continuano a lavorare o che migrano dopo i 50 anni merita di essere indagato per le molteplici implicazioni che ha oggi e che potrà avere nel prossimo futuro sulle stesse lavoratrici, sulla qualità di cura erogata alle persone assistite e sul sistema di welfare.


Ciò ha come ricaduta il prolungare la presenza al lavoro oltre i termini pensionistici, e interroga non solo sul rischio futuro di cadere in condizioni di indigenza ma anche sul rischio attuale di una qualità di cura rivolta agli assistiti da persone molto provate sul piano fisico e psicologico. Per questo si affaccia ormai alle politiche pubbliche, e ai servizi sociali, la prospettiva di una domanda crescente di servizi di sostegno sociale e sanitario da parte di lavoratrici che sino ad oggi hanno rappresentato una risorsa diffusa per quello stesso sistema di servizi. 


Inoltre, la gestione dell’aspetto economico – l’essere breadwinner del proprio clan familiare – ha fatto emergere anche una non sempre adeguata capacità di gestire il denaro anche nell’ottica di un risparmio che garantisca un futuro più sicuro sia là che qua. Un intervento di educazione finanziaria potrebbe aiutare proprio nella gestione più oculata del risparmio. È poi importante intercettare un eventuale malessere fisico e psichico attraverso i medici di base. Gli studi più recenti, infatti, evidenziano come la solitudine, l’isolamento, la non integrazione, la difficoltà a stabilire relazioni da parte delle assistenti familiari siano elementi in diretta correlazione con la percezione negativa del proprio stato di salute. 


Non va trascurato il rapporto con le famiglie d’origine. La ricerca evidenzia la necessità di attivare una serie di funzioni per evitare una comunicazione “distorta”, funzioni che necessitano di essere svolte spesso non dai diretti interessati da soli, qui e là, ma da qualcuno o qualcosa (servizio ad hoc) che aiuti a mediare la relazione tra chi è rimasto e chi è partito, che aiuti ad affrontare i sentimenti di ambivalenza – talvolta rivalità, gelosia, ricatto – tra i vari soggetti. È infine ipotizzabile introdurre queste donne all’interno di percorsi formativi in quanto persone che, pur non avendo avuto una formazione specifica come assistente familiare, hanno titoli di studio inerenti o comunque hanno maturato competenze nell’attività di cura che possono trasmettere ad altre potenziali assistenti familiari.

(Sintesi redatta da: Anna Costalunga)

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Autore (Cognome Nome)Perucci Giovanna
Casa Editrice, città
Collana
Anno Pubblicazione2024
Pagine31-37
LinguaItaliano
OriginaleSi
Data dell'articolo19000101
Numero3/2023
Fonte
Approfondimenti Online
FonteWelfare Oggi
Subtitolo in stampaWelfare Oggi, 3/2023, 2024, pp.31-37
Fonte da stampare(Sintesi redatta da: Anna Costalunga)
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Approfondimenti
Perucci Giovanna
Attori
Parole chiave: Assistente familiare, badante Immigrazione, emigrazione Ricerca